Ai tempi di internet i paganelli siamo noi

A maggio si risvegliano dal torpore invernale i pesci che secondo leggende e modi di dire sono diventati sinonimo di ingenuità

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[Segue dalla Prima]

Non a caso è ancora in vigore il nostrano modo di dire: "beccare come un paganello", dedicato a coloro che credono ingenuamente a minchionerie di varie tipo. Soltanto che oggi (i lettori sanno che i nostri “amarcord” sono il contrario del torcicollo della nostalgia) i paganelli siamo diventati noi: o così sembriamo alla variegata folla dei truffatori che ci insidia sui telefonini e su Internet con subdole esche . Ad esempio: “phising” è moderno termine inglese, internettiano che indica i raggiri telefonici o informatici perpetrati, come una pesca a strascico, per truffare crediti telefonici, dati personali, conti correnti: una piaga sociale sottovalutata. Amici inquirenti ci confermano che spesso queste moderne truffe vengono patite ma non denunciate: i truffati si vergognano di fare la figura dei “paganelli”.

Ma questo è un altro discorso. Torniamo ai veri paganelli (“paganèl”, in romagnolo): denominazione della famiglia di pesci chiamati ghiozzi, ufficialmente. C’era, e c’è, il ghiozzo paganello e il ghiozzo nero: distinzioni da pescatori provetti, attenti alle alle diverse qualità dei pesci, alle normative di legge ovviamente diverse da quelle di mezzo secolo fa. Ma, come spesso capita, dietro ai nomi inconsueti come quello del paganello, si celano storie curiose. Abbiamo consultato una fonte autorevole: il Dizionario Romagnolo Ragionato di Gianni Quondamatteo (volendo, è nella nostra biblioteca). E dunque: mille anni fa, nella nostra Romagna, aveva fatto presa la predicazione dei catari, cioè i puri, alle ricerca delle radici del cristianesimo. Eresia, secondo la chiesa cattolica di allora: giunse dunque a Rimini, a predicare la retta via, il futuro S. Antonio da Padova. Poiché i romagnoli non lo ascoltarono, il santo andò in spiaggia a predicare ai pesci. I quali, secondo la leggenda anticlericale, vennero a galla ad ascoltarlo. Tutti: tranne quel testone del pesce paganello: nome che deriva da pagano. Spiegazione da condire con l’ironia necessaria: la cultura è anche sorriso, divertimento, leggerezza.

A proposito di condimento: i paganelli pescati mica venivano buttati. E’ pesce non pregiato ma gustoso, se fresco e trattato a dovere. Il brodo di paganelli, base goduriosa per minestre e risotti, era laboriosa specialità casalinga di molte nonne di ieri che sapevano preparare piatti poveri ma buoni. Non immaginando che oggi quelle specialità, nei ristoranti alla moda e negli eventi gastronomici, sarebbero state ribattezzate gourmet: parolina di moda, magica nel triplicarne - non sempre ma spesso - il prezzo al consumo.

Gabriele Papi