
Filippo Zanella e la figlia Noemi che ora vive con lui
Cesena, 24 gennaio 2025 – “La mia vita da quando è tornata Noemi è più serena e completa, perché ora sento di essere di nuovo un padre, oltre che un uomo e un lavoratore”. Filippo Zanella, fisioterapista cesenate, da giugno dello scorso anno ha ritrovato sua figlia Noemi, che era stata portata in Polonia dalla madre nel settembre del 2021. Ora la bambina di 9 anni è tornata a vivere con lui a Cesena. “Noemi sta bene – dice il padre – è una bambina forte, piena di interessi e adora passare il tempo con i tanti amici, non solo quelli che aveva lasciato, ma anche i nuovi che ha conosciuto al suo ritorno”.
Filippo Zanella, dopo la scomparsa di Noemi lei è diventato vicepresidente dell’associazione italiana ‘Uomini vittime di violenza’. Di cosa si occupa?
“Aiuto quotidianamente padri vittime di violenza. Mi occupo di sequestri e alienazioni”.
Sono tanti i casi di padri a cui vengono sottratti i figli?
“In associazione avremo una quarantina di casi. Io personalmente al momento ne sto affiancando cinque, si tratta di casi più gravi e urgenti”.
Come riesce ad aiutarli?
“Aiuto i padri ad evitare ingenuità: mosse sbagliate che possono portare a un arresto o a denunce. Questi padri non devono muoversi in assenza di testimoni. La maggior parte dei padri si trova all’improvviso a doversi scontrare con la donna che hanno amato e non riescono a spiegarsi tutto l’orrore e la cattiveria a cui saranno sottoposti. Le madri spesso premeditano la fuga agendo contro l’interesse del minore. Sembra assurdo ma devo sottoporli a un vero e proprio training militare: devono capire che quella che prima era la persona più importante della loro vita, ora è il loro più spietato nemico”.
Come si può intervenire quando è stato sottratto un minore?
“Quello di cui hanno più bisogno i padri sono consigli di tipo legale (servono avvocati specializzati in sequestri per risolvere questi casi), strategie su come muoversi (molti non sanno che è opportuno registrare ogni incontro e stare bene attenti a quello che si pubblica sui social). Bisogna poi stimolare l’opinione pubblica. Pochi giorni fa c’è stata la fiaccolata per il figlio Brando di Rubens Gardelli, un genitore forlivese a cui è stato sottratto il figlio dalla compagna del Guatemala”.
Ci sono altri casi che sta seguendo?
“C’è un caso delicato che riguarda un uomo di Vicenza, il cui figlio è nato dall’unione con una donna della Slovacchia il 4 dicembre del 2022. La madre si era recata senza il consenso del marito in Slovacchia quando era in stato di gravidanza di sette mesi. Il figlio è nato nel paese straniero e la madre ha denunciato il marito per violenza domestica. Quando la donna ha lasciato la casa a Vicenza il marito non c’era. Quando l’uomo è tornato la casa era svuotata, non c’erano più i documenti, non c’era più il bambino, né i vestiti. C’erano vasetti vuoti ovunque e mancavano anche i due cagnolini. Il padre ha chiamato i carabinieri e gli hanno detto che non era possibile fermare la donna senza un sentenza di un giudice. Così è partita la denuncia. Il giudice slovacco ha poi ordinato il rientro del minore in Italia, ma senza esito”.
Tornando alla sua vicenda, la madre o i parenti polacchi di Noemi si sono fatti vivi da quando lei ha riportato la bambina in Italia?
“Né la madre, né i parenti si sono fatti più vivi, nonostante io avessi lasciato un’apertura per una ripresa dei canali di comunicazione, purché questo venga fatto sempre seguendo quanto previsto dalla legge e soprattutto tenendo conto dell’interesse superiore di Noemi”.