Sono iniziati i lavori per la riduzione della vulnerabilità sismica al Museo archeologico nazionale di Sarsina. Gli interventi strutturali che serviranno a consolidare l’edificio interesseranno l’originario corpo cinquecentesco del museo, soggetto già nel 1990 ad un primo intervento di miglioramento sismico; poi un secondo nucleo strutturale, che prima ospitava un istituto scolastico e infine i due corpi di collegamento. L’intervento, che coinvolgerà ben 1.600 mq di superficie coperta, distribuiti su 3 livelli fuori terra, comporterà un’opera di cerchiatura di tutti gli ambienti e una chiusura di circa dieci mesi. "Si tratta di lavori complessi ma fondamentali per la sicurezza e l’incolumità sia dei lavoratori che dei visitatori del museo – commenta Maria Luisa Pacelli, direttrice regionale Musei Nazionali Emilia-Romagna - il museo, punto nevralgico per il territorio di Sarsina e della valle del Savio, di cui conserva ed espone le testimonianze materiali del passato dalla preistoria alla tardo-antichità, grazie a questo progetto diverrà per la collettività uno spazio sicuro". "Siamo grati dell’attenzione che il Ministero della Cultura sta rivolgendo al nostro patrimonio archeologico e più in generale alla città di Sarsina – sono le parole del sindaco Enrico Cangini, - il museo, nell’ultimo periodo, ha visto un grande incremento di visitatori grazie alla proficua collaborazione tra istituzioni e grazie alla grande eco mediatica avuta col sensazionale ritrovamento, avvenuto l’estate scorsa, del Capitolium sarsinate". Nel periodo di chiusura per i lavori verrà offerta, parallelamente, l’opportunità di aggiornarne l’apparato didattico-comunicativo conferendo al museo una rinnovata identità visiva. "Grazie all’impiego sia di fondi Pnrr – aggiunge la direttrice del museo sarsinate, Federica Timossi - sia di finanziamenti del Ministero della Cultura, verrà sviluppato un progetto di riqualificazione complessiva per rendere la comprensione del patrimonio del museo più accessibile".
Edoardo Turci