Valle del Savio, ragazzino sferra un pugno all’insegnante

In una media, la donna ferita al naso. Aveva già creato problemi

E’ accaduto durante l’ora di lezione (foto d’archivio)

E’ accaduto durante l’ora di lezione (foto d’archivio)

Vallata del Savio (Cesena), 17 febbraio 2018 - Uno studente di scuola media sferra un pugno sul naso ad una professoressa, senza motivo. E’ accaduto il 10 febbraio scorso in una scuola della Vallata del Savio (non diamo indicazioni precise per tutelare i minori). Non era mai successo, a memoria d’uomo, in questa zona. Quella mattinata a scuola era iniziata in salita per l’adolescente che, già alla prima ora recava disturbo all’insegnante e ai compagni di classe. La seconda ora non era stata da meno, il ragazzo l’aveva infatti dedicata, estraendosi completamente dalla lezione, ad uno svago molto particolare e assurdo.

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Utilizzando un cacciavite giocava a fare lo spadaccino con ovvio disturbo per tutta la classe. A fronte di questo comportamento fastidioso e preoccupante è stata chiamata una insegnante che, solitamente, riesce a gestire meglio il giovane (come aveva già fatto altre volte). Ma inaspettatamente la reazione di quest’ultimo è stata violenta, le ha infatti sferrato un pugno in faccia all’altezza del naso. E’ stata la stessa donna che ha cercato poi di calmarlo riportandolo ad un comportamento consono per uno studente a scuola. La professoressa ha comunque rimediato ferite al naso e una prognosi di cinque giorni. Scatta naturale l’accostamento di questo episodio con quello accaduto in una scuola di Piacenza dove uno studente di prima media ha picchiato un’insegnante dopo essere stato rimproverato. Ma nel caso accaduto qualche giorno fa nella Valle del Savio non c’era nemmeno stato un rimprovero.

L’insegnante era semplicemente intervenuta, conoscendolo bene, per tentare di calmarlo usando modi affabili. Come le era già riuscito in precedenti occasioni. Questa volta però tutto inutile, la reazione del ragazzino è stata violenta. Un fatto molto grave, questo, che ha allarmato non poco i genitori degli altri compagni di scuola, che prima di questo episodio avevano già scritto alla scuola manifestando preoccupazione e chiedendo una qualche forma di intervento per evitare il peggio. Ricordiamo che il ragazzino, essendo minore di 14 anni non è perseguibile penalmente. Ma chi esercita la patria potestà, i genitori (o chi per essi) rispondono verso terzi dei danni prodotti dai loro figli. Quello che è accaduto il 10 febbraio scorso è stato il più grave di una serie di episodi da parte dello stesso adolescente che risulterebbero essere stati segnalati all’autorità scolastica in via formale e informale. Però non si era mai arrivati a tale violenza. Al momento non si sa se ci siano state conseguenze per il ragazzo. Il fatto che sia stato reso pubblico questo episodio significa anche voler tutelare il protagonista di questo episodio verso l’insegnante; infatti va aiutato a superare momenti di difficoltà. Soprattutto non deve diventare un leader in versione negativa, suscettibile di emulazione da parte di altri. Inoltre vanno tutelati anche i compagni di scuola e gli insegnanti da episodi di violenza gratuita e mai giustificabile specie in un contesto educativo quale è la scuola.