Si intitola "Le voci nel silenzio" il nono libro da Alvaro Collini di Cesena, edito da Leone di Monza, in vendita a 16 euro in libreria e su tutti i siti online. "Ho impiegato più di due anni per scrivere questo romanzo – racconta l’autore – perché volevo tirare fuori l’anima di questi ragazzi che hanno visto l’orrore della guerra e fossero fautori della memoria per tutti noi e per le nuove generazioni. Ora che il libro trova un suo spazio mi tormenta il dubbio se possa avere questa funzione. Comunque sono soddisfatto di averlo scritto. L’idea di questo romanzo è nata dalla vicinanza al Cesena War Cemetery, che raccoglie le spoglie dei soldati del Commonwealth morti durante l’avanzata da Rimini a Forlì nel periodo settembre-novembre 1944, tra i fiumi esondati in un atroce clima autunnale. Sono certo che la stessa visione e le stesse emozioni si possono percepire in uno dei qualsiasi trentasette cimiteri di guerra sparsi sul territorio nazionale. Se questa lettura permetterà di fare una riflessione, è già un risultato". Alle soglie dell’estate, su un grande prato, 775 ragazzi chiacchierano tra loro, passeggiano e si godono il tramonto. Hanno tutti poco più di vent’anni e sono stati arruolati dagli Alleati per partecipare alla campagna d’Italia per liberare la penisola dai tedeschi. Ora, però, la guerra ha preso un’altra piega e loro stanno fermi, aspettando nuovi ordini dagli alti comandi. Nell’attesa, parlando di sé, del loro passato e delle atrocità vissute durante la guerra. Tutti hanno qualcosa da raccontare, e tutti collaborano tra loro in un clima di amicizia e reciproca stima. Una fratellanza, la loro, che altro non è che l’emblema dell’umanità, che ha perso i suoi princìpi con la guerra. Nella disperazione degli orrori, si chiedono dove sia la presenza di Dio. I ragazzi non lo sanno, ma hanno tutti perso la vita durante quella campagna, in una guerra che non hanno voluto e che non hanno compreso. Quel prato dove si trovano è il cimitero di guerra di Cesena. Un romanzo estremamente delicato e potente, in cui il sottofondo della storia funge da monito per il futuro dell’umanità.
CronacaAlvaro Collini racconta la tragedia della guerra