Amadori, l’occupazione cresce anche con il Covid

Nel 2020 sono state fatte quasi 600 assunzioni solo negli stabilimenti romagnoli

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dI Paolo Morelli

Mano a mano che passano i giorni e si avvicina la scadenza del 31 marzo, quando finirà il blocco dei licenziamenti disposto per decreto dal governo in relazione alla pandemia da Covid-19, crescono i timori per la tenuta dell’occupazione. Il problema non riguarda il gruppo Amadori che, rispondendo a una precisa domanda, ci ha fatto sapere che "ogni sito produttivo della filiera Amadori è pienamente operativo, per continuare ad assicurare continuità produttiva lungo tutta la filiera e garanzia di lavoro ai suoi collaboratori".

Nei due insediamenti romagnoli dell’Amadori, nello stabilimento principale di San Vittore di Cesena e a Santa Sofia (ex Pollo del Campo) anche nel 2020 l’occupazione ha continuato a crescere: "La creazione di una comunità aziendale solida e al contempo dinamica – dice Francesco Berti, amministratore delegato del Gruppo Amadori – è il presupposto imprescindibile per lo sviluppo di un’impresa. Per questo anche in un anno così difficile come quello appena terminato, e in una situazione tuttora incerta per molte aziende, abbiamo continuato a investire nella crescita del nostro personale. Anche nel 2020 abbiamo incrementato la forza lavoro, confermando il trend positivo di crescita già riscontrato in questi ultimi anni".

Per la precisione nel corso del 2020 nello stabilimento Avi.coop di San Vittore ci sono state 407 assunzioni, e altre 191 sono state effettuate a Santa Sofia. In totale, nel triennio che dal 2018 va al 2020, le assunzioni di nuovo personale a San Vittore sono state 983 e a Santa Sofia 489.

Il Gruppo Amadori ha una quota di mercato del 30% sul totale carni avicole in Italia. Il fatturato nel 2019 ha raggiunto un miliardo e 304 milioni di euro, nel 2020 la pandemia ha cauato una lieve contrazione del dato. Amadori si contraddistingue sul mercato per la gestione integrata della propria filiera, formata da conque incubatoi, quattro mangimifici (più uno in conto lavorazione), sei stabilimenti di trasformazione alimentare, oltre 800 allevamenti sia di proprietà che in convenzione. La distribuzione dei prodotti avviene attraverso tre piattaforme logistiche primarie e 19 centri di distribuzione fra filiali e agenzie. Questa rete garantisce una distribuzione capillare su tutto il territorio nazionale.

In totale alla fine del 2020 (ultimo dato disponibile)il Gruppo Amadori poteva contare sulla collaborazione di 8.508 lavoratori in tutta Italia, per la maggior parte (64%) dislocati in Emilia-Romagna. L’Amadori è un’azienda in controtendenza rispetto alla media delle aziende italiane: la maggioranza dei lavoratori (51%) sono donne, e il 49% uomini. Il 73% dei lavoratori è di nazionalità italiana e il 27% di nazionalità straniera; le nazionalità rappresentate sono ben 81.

Nel triennio fra il 2018 e il 2020 la crescita media del personale è stata intorno ai 300 addetti per ogni anno. L’incremento dell’occupazione continuerà anche nel 2021: in autunno è prevista l’assunzione di un ceninaio di lavoratori a Santa Sofia per integrare la forza lavoro attiva nel nuovo stabilimento dei prodotti elaborati, realizzato nell’ambito del piano di sviluppo del sito produttivo. A San Vittore, al momento, non si prevedono nuove assunzioni.

"Mi preme sottolineare – conclude l’amministratore delegato Francesco Berti – che, nonostante con le limitazioni dovute alla pandemia, abbiamo continuato a fare formazione professionale e ad operare per creare ambienti di lavoro sempre più all’avanguardia, a conferma del nostro costante impegno verso i nostri collaboratori. Impegno che, forte della tradizione e dei valori della Romagna, portiamo con orgoglio in tutti gli altri stabilimenti in Italia e che ci permette di guardare al futuro con ottimismo e nuova progettualità".