Cesena, 13 gennaio 2022 - La notizia è di quelle che fanno molto rumore: Francesca Amadori, nipote prediletta di nonno Francesco (quello di "Parola di Francesco Amadori") è stata licenziata dall’azienda cooperativa che porta il suo nome. L’avviso dell’interruzione con effetto immediato del rapporto di lavoro (Francesca era responsabile della comunicazione del gruppo) le è stata consegnata nella mattinata di martedì e la prima conseguenza è stata la convocazione di un’assemblea online dei soci di Romagna Iniziative, consorzio che raggruppa 13 delle più importanti realtà imprenditoriali romagnole per sostenere sport giovanile e cultura.
AGGIORNAMENTO Francesca Amadori licenziata dal padre. E il nonno la conforta al telefono
Francesca Amadori ha illustrato la nuova situazione e ha dato le dimissioni da presidente. Immediata la reazione degli altri soci che l’hanno ringraziata per la sollecita comunicazione e le hanno chiesto di rimanere al suo posto. La situazione a Romagna Iniziative ora è congelata in attesa di sviluppi sul fronte aziendale.
"In merito alle notizie che riguardano la mia persona, desidero precisare che nei 18 anni di attività lavorativa presso il Gruppo di famiglia, ho sempre operato in maniera eticamente corretta e nell'interesse dell'azienda, animata dal sentimento di attaccamento che da sempre mi lega all'impresa fondata da mio nonno Francesco - è la replica di Francesca Amadori -. Quanto al licenziamento, preciso che sto valutando le iniziative più opportune per oppormi a un provvedimento che ritengo ingiusto e illegittimo e che non riguarda la violazione di alcuna regola aziendale, trovando al contrario fondamento in altre logiche che dovranno essere appurate nelle opportune sedi".
Che nel Gruppo Amadori ci fosse maretta concentrata sulla figura di Francesca era una voce che circolava già da parecchi mesi, e nelle ultime settimane aveva ripreso vigore; un indizio che la resa dei conti era prossima si è avuta all’incontro degli auguri di Natale di Romagna Iniziative, Romagna Solidale e Pubblisole, al quale Francesca Amadori non ha partecipato facendosi sostituire dalla vicepresidente Barbara Battistini.
Il Gruppo Amadori, seconda azienda avicola italiana alle spalle di Aia, non è nuovo a terremoti di origine familiare: fondata nel 1969 a San Vittore di Cesena dai fratelli Francesco (89 anni) e Arnaldo (deceduto nel 2017 a 82 anni), l’Amadori si è espansa costantemente fino a raggiungere le dimensioni attuali: 1,2 miliardi di euro di fatturato nel 2020 realizzato con 6 stabilimenti di lavorazione e trasformazione delle carni, 4 mangimifici e 6 incubatoi, oltre 8.500 lavoratori diretti ai quali si aggiungono i 300 agenti distribuiti soprattutto in Italia, gli addetti che operano negli 800 allevamenti e 360 aziende di autotrasporto.
Questo non è il primo terremoto che scuote la struttura famigliare della Amadori (tecnicamente un gruppo di cooperative), che vede al suo interno ancora Flavio (il figlio di Francesco) e Denis. Nel 1998 ci fu la separazione fra i due fratelli, Arnaldo lasciò l’azienda (ma i suoi eredi sono ancora all’interno) incassando una quarantina di miliardi di lire, e si trasferì prima in Tanzania e poi in Brasile, dove morì cinque anni fa.
Nel 2014 ci fu un’altra scossa con l’uscita dall’azienda di Germano Lucchi, amico e socio di una vita dei fratelli Amadori. Ne nacque una causa civile che ha visto il primo round a favore dell’Amadori, ma che potrebbe concludersi con un accordo prima dell’appello.