Amadori, la quota di controllo passa ai figli di Francesco

Il 52% della capofila a Flavio e Denis

Francesco Amadori tra la nipote Francesca e il figlio Flavio, amministratore della società capogruppo

Francesco Amadori tra la nipote Francesca e il figlio Flavio, amministratore della società capogruppo

Cesena, 21 aprile 2015 - Alla bella età di 83 anni Francesco Amadori ha cominciato forse a pensare alla pensione e per l’azienda di famiglia è arrivato a compimento il passaggio generazionale. Il capostipite ha affidato infatti ai due figli Flavio (59 anni) e Denis (43) il controllo congiunto (52%) della holding di famiglia ‘Francesco srl’ (dove comunque mantiene il 48%) e di altre quote della finanziaria Finama col vincolo di non cedere o dividere la quota in comunione per almeno cinque anni. Il colosso avicolo resta dunque saldamente in mano alla famiglia Amadori, pur passando alla seconda generazione (e mentre già la terza generazione è inserita in azienda), rinunciando allo sbarco in Borsa ipotizzato da più parti nei mesi scorsi. Dai vertici dell’azienda si minimizza il clamore per questo passaggio simbolico del bastone di comando. «Le scelte in merito al passaggio di quote in seno all’azienda Amadori sono scelte che riguardano i soci azionisti – si limita a commentare Flavio Amadori – ma non incidono sugli obiettivi e sulle strategie aziendali. L’azienda prosegue infatti coerentemente lungo la strada intrapresa, rimanendo fedele ai valori aziendali consolidati in oltre 40 anni di storia, promuovendo il raggiungimento dei propri obiettivi e cercando di migliorare i propri risultati».

La parola d’ordine è allora continuità coi tratti familiare e cesenate che hanno accompagnato fino ad oggi il percorso dell’azienda fondata nel 1969 a San Vittore di Cesena. Accanto agli eredi maschi, quote importanti delle società che controllano il gruppo sono state infatti assegnate da Francesco alle figlie Loretta e Patrizia, mentre il fratello Arnaldo (80 anni, cofondatore) controlla il 23% del capitale della società operativa Alimentare Amadori. Di pari passo la gestione si è managerializzata con la nomina di un amministratore delegato esterno, Carlo Prevedini.

Il Gruppo Amadori si ricompatta dunque per proseguire nell’espansione, anche oltre il settore dove ha già una posizione preminente (30% del mercato). L’obiettivo potrebbe essere quello di acquisire ilmarchio Parmacotto della famiglia Rosi entrato in liquidazione concordata. Per rilevare l’azienda di Parma il gruppo cesenate si trova però in diretta concorrenza con Citterio. Novità sono attese dopo il 9 maggio quando Parmacotto presenterà in tribunale il piano per la ristrutturazione del debito.

Un piano d’investimenti di duecento milioni di euro in cinque anni e la recente acquisizione di una maxi-commessa per McDonald’s sono gli indicatori più ecatanti dell’attuale stato di salute del gruppo cesenate che negli ultimi anni ha continuato a crescere aumentando la redditività e diminuendo i costi in controtendenza con la generale crisi del settore alimentare. Il fatturato annuo ammonta a 1,3 miliardi di euro e i dipendenti dei vari stabilimenti sono in totale 7.200. Francesco Amadori può continuare a sorridore bonariamente.