GABRIELE PAPI
Cronaca

Anni 70, la rivoluzione della Comune

Vittorio Belli racconta in un libro l’esperienza di vita comunitaria dei giovani ‘alternativi’ a Ponte Abbadesse

Vittorio Belli racconta in un libro l’esperienza di vita comunitaria dei giovani ‘alternativi’ a Ponte Abbadesse

Vittorio Belli racconta in un libro l’esperienza di vita comunitaria dei giovani ‘alternativi’ a Ponte Abbadesse

La Comune di Cesena, anzi di Ponte Abbadesse, quaranta anni fa. Intendendo per Comune le comunità di giovani organizzate su base egualitaria, collettivistica, nel tentativo di recuperare valori perduti e di crearne dei nuovi. Erano parecchie, allora le Comuni in Italia: esperienze di ragazzi che si ribellavano alle regole del gioco imposte dalla società. E’ uno dei ‘flash back’ (evento del passato che ritorna alla mente) proposti da un interessante libro-testimonianza, fresco di stampa, del concittadino Vittorio Belli: ‘La Comune. Un racconto della generazione insonne’. Un libro fuori dal coro, anche nel suo formato grafico: invece di foto d’epoca o di repertorio l’autore intreccia il filo del racconto con suoi disegni e illustrazioni rievocative di luoghi e personaggi. Non per caso: Belli è uno dei più rinomati illustratori romagnoli. Il suo amore per il disegno è stato ed è tuttora una scelta di vita, artigianato esistenziale: non dopolavoro o passatempo (a proposito: era di Vittorio Belli la bella illustrazione che corredava il nostro Amarcord del 18 maggio dedicato scorso dedicato ai teschi dei briganti Bascozza e di Ragnino messi in gabbia a Porta Fiume nella Cesena di ieri. Un infelice refuso ha trasformato il cognome di Belli in quello sbagliato di Pieri: ce ne siamo scusati con Vittorio, dicendogli che andò peggio al cronista che scrive queste righe quando, in passato, un micidiale refuso trasformò in un suo articolo il Passo dei Mandrioli nel Passo dei Mandrilli).

Torniamo alla ‘Comune’ di Belli: il suo reportage, racconto di viaggio, di formazione e di amicizie, prende le mosse dal quartiere delle Vigne luogo d’infanzia dell’autore. Correvano gli anni ’70 del secolo scorso, a Cesena e non solo. Un altro tempo, un altro scenario. Giovani con pochi soldi in tasca, ma voglia di vivere, di lottare. Voglia persino di cambiare il mondo. Telefoni a gettoni, flipper nei bar, libri, lambrette e viaggi con l’autostop. Radio libere, musica ribelle, movimenti di protesta, Lotta Continua, qualche spinello, l’onda lunga e tosta delle femministe. Erano i tempi della cultura ‘underground’ che voleva riprendersi la strada, la città, anche la terra: da qui l’esperienza delle Comuni.

L’immagine che campeggia nella copertina del libro rievoca un’altra delle Comuni cui Belli partecipò: quella di Pian Baruccioli, in Appennino, con mulo d’ordinanza. E altre situazioni: come il Caffè Reporter, breve ma vivace esperienza cesenate di bar alternativo.

Poi il treno della storia prese altre direzioni: gli anni della sconfitta del Movimento del 77 (barricate e blindati a Bologna), il cosiddetto riflusso, l’arrivo della piaga dell’eroina con logiche di marketing criminale, il disincanto verso la ‘politika’. Tra i giovani d’allora che fecero un passaggio in India, alla ricerca di nuove spiritualità ed esperienze, c’era anche Belli. Insomma, ce n’è di roba in questo diario della memoria che ha il pregio di non annoiare, senza nascondersi dietro la bicicletta delle autoassoluzioni o, peggio, della tardiva vanità: caratteristica quest’ultima di non poche odierne pubblicazioni a caccia del quarto d’ora di celebrità locale.

Il debutto del libro avverrà sabato prossimo 14 giugno, ore 18: presentazione presso la Libreria Epoca, sotto i portici di Corso Garibaldi.