Assolto dopo la denuncia del Comune per stalking

Graziano Castiglia fu la spina nel fianco con 218 esposti dell’ex sindaco Paolo Lucchi

Risale al 24 aprile 2019 l’assoluzione con formula piena dal tribunale di Forlì di Graziano Castiglia, oggi 66enne, siciliano di origine ma da molti anni residente nel comune di Cesena, dall’accusa di stalking, interruzione di pubblico servizio e altri reati minori per i quali era stato denunciato dal sindaco di Cesena, Paolo Lucchi. Una delle ‘battaglie’ di Castiglia verteva proprio sui rischi del Cesuola.

L’azione giudiziaria, così spiegò l’amministrazione comunale, venne avanzata su richiesta di dipendenti comunali, che vennero definiti esasperati dagli atteggiamenti di Castiglia, messi in atto sin dal 2004.

Sostanzialmente Castiglia si rivolse più volte nel corso degli anni agli uffici comunali per richiedere documenti su alcune problematiche di attualità come il Peep di Sant’Egidio, il Sacro Cuore, la società Al Monte, le mura storiche della città e appunto la manutenzione del torrente Cesuola.

Castiglia giunse a presentare 218 segnalazioni di vario tipo. Quanto invece alla denuncia a suo carico da parte del Comune, essa risale al luglio 2015, successivamente ad alcuni tentativi non andati a buon fine di conciliazione fra le parti.

Dopo le indagini, il rinvio a giudizio di Graziano Castiglia per stalking e molestie risale alle fine dell’anno succesivo, il 2016. Due anni e mezzo dopo, come detto, l’assoluzione con formula piena. Dalle motivazioni della sentenza emerse che per stessa ammissione dei dirigenti, dei funzionari e del sindaco, Castiglia non aveva mai utilizzato espressioni minacciose o verbalmente aggressive e nemmeno ingiuriose nei loro confronti.

L’unica circostanza emersa fu quella in cui l’imputato, in alcune situazioni, avvertiva i presenti che avrebbe presentato esposti per poi aggiungere espressioni del tipo "qui si va tutti in galera" oppure "arriva la Corte dei Conti". Ma secondo il Tribunale si produceva in quella tipologia di esternazioni non per rivolgere minacce ma perché la sua prospettazione di eventuale denuncia penale si correlava a un diritto preteso.