
Decisione del giudice di Forlì favorevole a un automobilista che aveva ricevuto un verbale da 160 euro. Il giudice di pace aveva respinto il ricorso, ma il cesenate sanzionato non si è arreso ed ha vinto.
Torna alla ribalta il contestatissimo autovelox sull’Adriatica a Cesenatico. C’è infatti un avvocato che in Emilia-Romagna sta ottenendo l’annullamento delle odiate multe da Cesenatico fino a Rimini, Lugo e Bologna. E’ Paolo Littera, avvocato del foro di Bologna specializzato in Diritto stradale, titolare di uno studio a Castello di Serravalle. Nel braccio di ferro sulla questione della mancata omologazione degli impianti, sembra che i giudici stiano avendo un comportamento e soprattutto un’opinione differente, con molti che stanno accogliendo i ricorsi. Il caso più recente riguarda un automobilista di Cesena, il quale si era visto recapitare una sanzione da 160 euro per aver abbondantemente superato il limite dei 50 chilometri orari nel tratto in discesa del cavalcavia di Cesenatico in direzione nord, da Rimini verso Cervia. Questa sanzione è prevista da 10 a 40 chilometri oltre il limite, quindi significa che viaggiava da 60 a 90 chilometri orari. L’automobilista ha presentato una richiesta di annullamento della multa che è stata respinta dal giudice di pace di Forlì, ma non si è dato per vinto e, attraverso il suo legale, in sede di appello ha fatto ricorso. Così il giudice del tribunale di Forlì gli ha dato ragione, annullando la multa e condannando il Comune di Cesenatico al pagamento di 700 euro di spese legali.
"Un caso simile – dice l’avvocato Littera –, era capitato l’anno scorso ad un automobilista della Valsamoggia, il quale aveva anch’esso preso un verbale da 160 euro per eccesso di velocità a Cesenatico. Il giudice di pace di Forlì aveva respinto il ricorso ed in appello il tribunale ha ribaltato tutto, con il giudice che anche per questo cliente aveva disposto l’annullamento della sanzione ed il pagamento delle spese legali da parte del Comune sempre attorno ai 700 euro per l’appello".
La questione esce dai confini della costa ed interessa anche altre città, tant’è che c’è un automobilista residente a Bologna che ha un procedimento pendente, con il giudice del tribunale di Forlì che si dovrebbe esprimere a metà luglio. Altri casi dello scorso anno riguardano invece il tribunale di Ravenna ed uno interessa un automobilista residente a Lugo per un autovelox installato a Lugo, che aveva ricevuto ben otto verbali per oltre mille euro complessivi di multa. Anche in tale circostanza il giudice di pace di Lugo aveva respinto il ricorso, il legale ha presentato un appello e lo ha vinto, con il giudice del tribunale di Ravenna che ha respinto i verbali e ha obbligato il Comune di Lugo a pagare le spese legali dei due gradi, per oltre 1.500 euro. La motivazione è sempre la stessa e cioè che l’autovelox non è omologato. La questione pareva risolta dl pronunciamento del ministro dei trasporti Matteo Salvini, che aveva stabilito l’automatica omologazione dei modelli di apparecchi già autorizzati. Ma alcuni giudici evidentemente la pensano in maniera diversa.
Altri due casi riguardano invece la provincia di Rimini, per un automobilista di Coriano ed un automobilista residente a Misano, per due autovelox installati nell’Adriatica a Rimini e nella Statale che porta a San Marino. Per entrambi il giudice di pace questa volta ha accolto il ricorso e ha annullato le multe e condannato i due Comuni a pagare le spese della causa, per complessivi 500 euro. Altri ricorsi sono tuttora in appello a Bologna e gli automobilisti sono convinti di poter avere giustizia, per due nuovi autovelox installati nel capoluogo regionale.
"Sta cambiando la tendenza – prosegue l’avvocato Paolo Littera –, con i giudici che propendono per annullare i verbali, a differenza di quanto avveniva negli anni passati. Il motivo è legato anche al modo con cui vengono posti i ricorsi, ci sono infatti tanti dettagli da valutare, la taratura degli strumenti, l’omologazione degli apparecchi, è una materia in evoluzione costante e che rimane opinabile sino a quando il Parlamento non prenderà una decisione certa e chiara".