Cesena, aziende in allarme. "Personale specializzato? Un miraggio"

Una su tre non trova i lavoratori che cerca. In testa alle necessità i professionisti della sicurezza, ingegneri e operai metalmeccanici

settore metalmeccanico

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Cesena, 20 gennaio 2020 - Un’impresa su tre non trova i lavoratori di cui ha bisogno. Le figure più difficili da reperire sul mercato del lavoro a Forlì-Cesena, secondo l’ultimo bollettino del sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, sono i professionisti specializzati in servizi di sicurezza, vigilanza e custodia (90,5%), progettisti e ingegneri (67,3%), operai metalmeccanici (60,5%), tecnici informatici e in campo ingegneristico (55%) e tecnici delle vendite, del marketing e della distribuzione commerciale (53%). Eppure sono proprio gli operai specializzati con i conduttori di impianti nell’industria alimentare i più richiesti (38%) seguiti da dirigenti specialisti e da tecnici (22%) e, a distanza, da cuochi, camerieri e commessi (19%). Sono 8.370 gli ingressi nel mondo del lavoro previsti nella Provincia di Forlì-Cesena nei primi tre mesi di quest’anno, 3.130 in gennaio. Nel 35% dei casi le entrate saranno stabili, con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre per il restante 65% saranno a termine. Le assunzioni si concentrano per il 60% nel settore dei Servizi e in particolare nel Commercio (640 persone) e nel Turismo (350), seguiti dai Servizi alle Persone (280), dalle Industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo (240) e dalle Costruzioni (230), comparto che dopo oltre un decennio di crisi registra una lieve ripresa. Il Manifatturiero in senso stretto, dunque, nel territorio forlivese-cesenate risulta tra i primi cinque settori in cui si assume, ma per quanto riguarda la metalmeccanica, la difficoltà delle imprese a reperire la forza lavoro necessaria, in alcuni casi, supera il 70%. Elevata è la percentuale di richiesta di profili high skills, sopra il 20%, e di laureati, sopra il 12%, ma sono proprio i lavoratori ad alta specializzazione i più introvabili. Le entrate nel mondo del lavoro vanno a consolidare il tasso di occupazione 15-64 anni che, secondo gli ultimi dati Istat disponibili, nel secondo trimestre 2019, si attestava al 70,4%, in linea con il dato regionale (70,2%), migliore di quello nazionale (58,8%), mentre il tasso di disoccupazione (15 anni e più) si fermava al 5%, inferiore alla media regionale (5,5%) e nazionale (10,2%). Nel dettaglio, il tasso di disoccupazione giovanile 15-24 anni era del 13,5%. In valori assoluti, in provincia erano 180mila gli occupati, in aumento del 5,3% rispetto al 2018, e 9mila i disoccupati, il 25% in meno rispetto all’anno precedente, quando erano 12mila. I dati del Siler elaborati dall’Agenzia Regionale per il lavoro, riportano per il secondo trimestre 2019, un incremento dello 0,9% di lavoratori dipendenti, mentre risultano ridotti se confrontati con lo stesso periodo dell’anno precedente (-2,1%). A livello provinciale, dopo un primo trimestre in cui il saldo era risultato essere negativo (-396 unità), tra aprile e giugno 2019 le posizioni di lavoro dipendente sono cresciute di 179 unità, risultato di 690 assunzioni a tempo indeterminato, 158 con l’apprendistato e del taglio di 621 contratti a termine e 48 di lavoro somministrato. Nel settore delle Costruzioni il saldo tra attivazioni e cessazioni è stato di 92 posti di lavoro, 23 nel Commercio e nel Turismo, 309 in altre attività, negativo per l’industria (-159) e l’agricoltura (-86). Dall’inizio della ripresa occupazionale nel 2015 a fine giugno 2019, in tutta la provincia, si contavano 10.500 posizioni di lavoro in più. Nel periodo gennaio-novembre 2019 si è registrata una marcata flessione degli ammortizzatori sociali: risultano autorizzate 878.559 ore di cassa Integrazione, in calo del 29.4% rispetto all’anno precedente (erano 1.244.964). Nel dettaglio è diminuita del 13,5% la cassa integrazione ordinaria e del 47% la straordinaria.