RAFFAELLA CANDOLI
Cronaca

Baldo ha spento i fornelli Addio al tempio della cucina romagnola e del tifo bianconero

Ottavio Pantani: "Sento il peso dell’età ma ho ricordi meravigliosi". All’ex ‘Arrostogirato’ sono passati attori, politici e calciatori. "Il mio soprannome? La somiglianza giovanile col re del Belgio". .

Baldo ha spento i fornelli  Addio al tempio  della cucina romagnola  e del tifo bianconero

Baldo ha spento i fornelli Addio al tempio della cucina romagnola e del tifo bianconero

di Raffaella Candoli

Con l’ultimo cliente di ieri sera, si è spenta la luce sull’insegna dello storico ristorante-pizzeria "Da Baldo" in viale Oberdan, le cui ampie vetrate visibili dalla via Emilia danno sulla rotonda San Pietro in direzione Stadio. La notizia, accompagnata da parole di rammarico, si è diffusa attraverso un passaparola tra i tanti fedelissimi delle specialità della casa servite insieme alla cortese presenza del titolare Ottavio Pantani, 77 anni, che deve il soprannome "Baldo" alla propria somiglianza ad un regnante del passato, Baldovino del Belgio, le cui foto del matrimonio con la nobile spagnola Fabiola de Mora (era il 1960), spopolarono sui giornali. "Il paragone con quell’uomo dall’aspetto modesto, magro, con gli occhiali da vista mi piacque - commenta Ottavio - , ma accorciai il nome in Baldo. E mi ha portato bene in una lunga carriera che ho amato ed amo".

"Volevo chiudere senza darne notizia attraverso cartelli o annunci - aggiunge - . Immaginavo, come poi sta accadendo, che in tanti mi avrebbero telefonato e sarebbero venuti a salutarmi, o a cercare di dissuadermi; io mi commuovo, ma ho deciso. I rapporti umani e amicali maturati in tanti anni di mestiere sono importanti e resteranno tra i più bei ricordi, ma l’età pesa, ho qualche problema di salute e mio nipote 25enne, col quale vivo insieme a suo padre, non ha intenzione di prendere il mio posto, E’ bravo e volenteroso, ma non da affrontare impegno e sacrifici". Non ci sono certezze per ora su una nuova gestione del locale.

Ottavio ha iniziato il proprio viaggio nella ristorazione da ragazzino: "avevo 14 anni - si apre ai ricordi - nel ristorante della Stazione dei ‘Fratelli Sternini’ negli anni ‘60-‘70 ed ero il ragazzino di bottega, il jolly che vendeva bibite e panini ai passeggeri, ma faceva anche il lavapiatti. Lavorare 14, 15 ore al giorno non mi pesava". Poi c’è stato il lavoro come cameriere alla pizzeria da Pino; è poi venuta la gestione della Stalla divenuta poi ‘Il Portico’".

Nel 1982 Ottavio rilevava il locale fin qui gestito, quando si chiamava "Laura", dopo essere stato condotto per anni col nome di "Arrosto girato" da un altro storico ristoratore: Gigi Bravaccini. "Da Baldo sono passati tanti clienti affezionati – continua -, e personaggi noti: attori, politici, calciatori. Da Dario Fo e Franca Rame a tutti i bianconeri, dirigenti compresi. Mi lega una particolare amicizia agli allenatori del Cesena, Perotti, Bisoli, Castorri. Ma non ho mai negato un piatto di pasta, come ho fatto ieri con un poveretto che mi ha detto di avere fame, a chi aveva bisogno, così come ho offerto lavoro a diversi immigrati dell’Est". Nel flusso dei ricordi un episodio rabbuia il volto di Ottavio che a stento trattiene le lacrime, la morte della moglie Diana, abile pasticcera e, qualche anno fa, una serie di furti ripetuti, nell’arco di 10 mesi. "Che farò ora? Mi riposerò, nella mia casa, tenendo sulle ginocchia i miei amati gatti e guardando la tivù. Ovviamente, programmi di cucina, anche se i miei ravioli al formaggio di fossa e la mia pasta e fagioli non li batte nessuno".