Balò raccoglie 12mila euro per i bambini indiani

La situazione della pandemia in India ha reso più difficile l’impegno di Balò (in indiano dignifica ‘tutto bene’), l’associazione di volontariato Onlus nata a Cesena nel 2006 per iniziativa dell’avvocato Elisabetta Ravaioli che coinvolse un gruppetto di amici al ritorno da un viaggio turistico in India. L’obiettivo di Balò è strappare alla strada il maggior numero possibile di bambini dando loro un’istruzione scolastica e sostenere le loro famiglie. Le difficoltà hanno richiesto un aumento dell’impegno, anche perché le famiglie che vivono a Pilkana, subborgo di Calcutta, dove opera Balò, sopravvivevano soprattutto grazie a lavoretti giornalieri che è molto più difficile trovare a causa delle difficiltà dovute alla pandemia e alla conseguente crisi economica. A Pilkana Balò ha realizzato una sartoria che confeziona abiti e accessori dando lavoro a un gruppo di donne. Ogni anno gli abiti, disegnati in Italia e realizzati con tessuti indiani, vengono presentati nel sorso di serate conviviali, l’ultima delle quali si è tenuta a Massa, tra Cesena e Bertinoro, nella villa di Fabiola e Aldo, da sempre sostenitori di Balò e delle sue iniziative. E’ stata un grande successo perché un numero crescente di persone apprezza la trasparenza di Balò e il fatto che quasi tutte le risorse raccolte (il 94%) vengono impiegate per i fini istituzionali dell’associazione, mentre solo il 6% serve per il suo funzionamento, un dato che ben poche organizzazioni di volontariato possono vantare. Al termine della serata nel cassetto di Balò, tra biglietti di ingresso, biglietti della lotteria, vendita di capi Balò e donazioni liberali, sono rimasti 10.400 euro che si aggiungono ai 1.523 euro incassati dalla banchetta di Balò durante la Fiera di San Giovanni. Questa somma sarà utilizzata per pagare le spese della mensa della scuola di Balò in India che ogni anno incrementa il numero degli alunni: un paio di anni fa erano poco più di 200, ora sono 350.

(foto Yuri Faeti)