Bancarotta dell’Ac Cesena: undici a processo

Il folto gruppo di imputati all’origine dell’inchiesta si è ridotto per l’applicazione di patteggiamenti e la scelta di giudizi con rito abbreviato

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di Paolo Morelli

Potrebbero formare una squadra di calcio per partecipare a qualche torneo estivo, ma sarebbero male assortiti e non farebbero una gran figura. Sono undici, infatti, gli imputati che il 15 novembre prossimo dovranno presentarsi davanti al collegio giudicante del tribunale di Forlì per rispondere dei reati relativi alla bancarotta dell’Associazione Calcio Cesena, fallita nell’agosto di quattro anni fa sotto il peso di circa 80 milioni di euro di debiti. Il rinvio a giudizio di tutti gli imputati rimasti dopo i patteggiamenti e le opzioni per il rito abbrevato è stato il giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Forlì Giorgio Di Giorgio che ha letto il suo provvedimento al termine di una breve seduta che ha chiuso l’udienza iniziata nel novembre scorso..

Il nome e il volto più noti di questa ipotetica squadra sono quelli di Rino Foschi, cesenate che ha compiuto da poco 76 anni, difeso dagli avvocati Mattia Grassani e Massimiliano Iovino di Bologna, vulcanico direttore sportivo che ha sempre protestato la proprie innocenza riusciendo a dimostrarla davanti alla giustizia sportiva, ma non ancora a quella penale. Gli altri imputati rinviati a giudizio sono Mauro Giorgini. 74 anni, cesenate, già consigliere d’amministrazione dell’Ac Cesena, difeso dall’avvocato Alessandro Sintucci; Luigi Piangerelli, 48 anni, di Porto Recanati (Macerata), già responsabile del settore giovanile dell’Ac Cesena, difeso dagli avvocati Silvia Castellari di Milano e Cesare di Cintio di Bergamo; Enrico Brunazzi, 60 anni, commercialista cesenate, già negli organi direttivi di Cesena&Co, società controllante dell’Ac Cesena, difeso dagli avvocato Stefano Spinelli di Cesena e Nicola Mazzacuva di Bologna; Claudio Manuzzi, 55 anni, fra pochi giorni, cesenate, difeso dall’avvocato Daniele Molinari; Christian Dionigi, 51 anni, cesenate, difeso dall’avvocato Antonella Monteleone; Stefano Bondi, 61 anni, commercialista cesenate, difeso dagli avvocati Alessandro Melchionda di Bologna e Alfonso Celli di Cesena; Luca Mancini, 58 anni, commercialista cesenate, difeso dagli avvocati Tommaso e Umberto Guerini di Bologna; Barbara Galassi, 44 anni, commercialista di Cesenatico, difesa dagli avvocati Alessandro Melchionda di Bologna e Alfonso Celli di Cesena; Luca Campedelli, 53 anni, di Verona, ex presidente della squadra di Calcio Chievo Verona, fallita poche settimane fa; Graziano Pransani, 71 anni, di Cesena, cognato e stretto collaboratore di Giorgio Lugaresi, difeso dall’avvocato Alessandro Sintucci, che dovrà rispondere solo dei reati di natura fiscale avendo patteggiato 18 mesi di reclusione per gli altri reati legati alla bancarott. Diversamente da ciò che hanno scelto lo stesso Lugaresi e Giampiero Ceccarelli che hanno preferito affrontare un processo con rito abbreviato (fissato il 7 ottobre prossimo) che garantisce lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna, ha deciso di difendersi in un pubblico dibattimento essendo convinto di poter dimostrare la propria innocenza.

Le vicende giudiziarie relative all’Associazione Calcio Cesena sono ben note: ancora prima del fallimento erano iiniziate le indagini da parte di polizia e guardia di finanza che avevano portato alla scoperta di numerose operazioni ritenute illecite. In particolare c’erano parecchie compravendite di giovani calciatori, soprattutto sull’asse Cesena-Chievo, con valutazioni esageratamente elevate (secondo gli inquirenti) che si annullavano a vicenda sul piano finanziario, ma che gonfiavano i bilanci delle due società in modo da raggiungere i parametri necessari alla prosecozione dell’attività sportiva.