Non conferma, la direttrice amministrativa dell’Ausl Romagna Agostina Aimola, la cifra delle 3 mila ordinanze di ingiunzione di pagamento che, riporta il quotidiano La Verità sulla base di un approfondimento del consigliere regionale ex Lega Matteo Montevecchi, sarebbero state inviate ai genitori dei ragazzi romagnoli da 0 a 16 anni che non sono stati vaccinati, com’era d’obbligo. Ma smentisce che siano 400 le richieste di annullamento arrivate in questi mesi al giudice di pace. "Sono circa 100 - afferma la dottoressa Aimola - e non è vero che sono in prescrizione. Non le avremmo mandate, sarebbe un costo inutile per l’azienda. Abbiamo iniziato a mandarle qualche tempo fa e questo stock oggi fa effetto. Noi abbiamo applicato la norma esattamente come prescritto". La Regione Emilia-Romagna è l’unica ad inviare le sanzioni considerato che "lo Stato non può e non vuole" riscuoterle ? "La norma vale ancora. Cosa facciano tutte le altre 19 regioni non lo so - dice la direttrice amministrativa -, so però che la nostra è tra le regioni maggiormente ottemperanti. Se c’è una legge dello Stato che le regioni decidono di non applicare non è responsabilità di chi la applica correttamente".
Secondo l’avvocato Luca Ventaloro, che difende alcuni dei genitori che hanno presentato ricorso, almeno il 90 per cento dei genitori aveva chiesto all’Ausl Romagna un colloquio per motivare la loro obiezione all’obbligatorietà, ma l’azienda sanitaria si sarebbe negata con la motivazione che "non aveva né tempo né personale" da dedicare al problema. "In realtà - puntualizza Aimola - la questione riguardava le pediatrie di comunità che dovevano concedere audizioni ai familiari per spiegare rischi e vantaggi dei vaccini. Non do giudizi di valore, la scelta è personale, ma c’era anche chi voleva la certezza matematica che il vaccino non implicasse rischi. Ma un rischio nella vita c’è anche se beviamo un bicchiere d’acqua. C’è stato anche chi ha chiesto più di un colloquio ma durante il Covid alcuni sono stati bloccati". "Ci potrà anche essere qualche difetto procedurale - conclude Aimola - ci si confronterà e chi sarà in posizione giusta gli verrà riconosciuto". La sanzione è di 198,26 euro e ogni famiglia ha 30 giorni per pagare o fare ricorso.
Elide Giordani