"Bisognava fare uscire gli islamici"

La preside del classico sugli allievi musulmani. "Non volevano ascoltare i brani? Bastava portarli in biblioteca"

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di Elide Giordani

"La questione è indubbiamente delicata poiché i ragazzi sono intervenuti nei confronti della libertà didattica garantita dallo stato italiano". Lo dice la preside del liceo classico Monti, la professoressa Simonetta Bini che testimonia, tuttavia, la complessità del ruolo della scuola italiana davanti a fatti tutt’altro che isolati e nei confronti dei quali i docenti appaiono poco attrezzati per risposte equilibrate.

Professoressa Bini, cosa avrebbe dovuto fare il docente quando i due allievi islamici hanno contestato una lezione con musica durante il Ramadan?

"Non stava facendo qualcosa che non fosse in linea con l’attività che gli è propria. Se i ragazzi musulmani non possono ascoltare musica in questo mese la cosa più semplice sarebbe stata farli accomodare fuori per il tempo necessario ad associare la musica alla lezione".

Un’ipotesi valutata ma poi scartata poiché ritenuta discriminante.

"Forse che non vanno fuori durante l’orario di religione? Anche quando si parla di religione cattolica nelle sue versioni culturali e su come la religione ha inciso nell’arte, nella cultura e nella storia loro escono dalla classe. Se non è considerato discriminante scegliere di non ascoltare una lezione su questi temi come può esserlo uscire per i dieci minuti di musica didattica programmata dal docente?".

E’ stato corretto ricorrere al giudizio dei genitori?

"Se i ragazzi sono minorenni la decisione ha qualche fondamento di correttezza però, nel frattempo la lezione è saltata, e se la decisione fine è legata al referente della comunità islamica passerà del tempo prima che il caso si risolva e la bellezza della costruzione della lezione del docente è stata compromessa".

Il dirigente della scuola ha fatto la scelta più opportuna?

"In una presidenza succede di tutto e spesso le cose sono tutt’altro che semplici… Non posso che essere solidale con i miei colleghi. I genitori a volte complicano le situazioni ma nei confronti di ragazzi minorenni il preside ha pensato bene di cercare il loro contributo".

Ma possono essere i genitori a stabilire qual è l’impronta educativa?

"No. Però comprendo il collega che si è trovato a decidere in quella situazione. Si è chiesto se tenere fuori o dentro due minorenni che hanno in qualche modo fermato il docente e i genitori devono saperlo. Forse erano genitori già noti e si sapeva che sarebbero fatti sentire".

Lei cosa avrebbe fatto?

"Avrei insistito perché si trattenessero fuori dall’aula per il tempo minimo dell’ascolto della musica. Magari offrendo loro un’attività alternativa. Li avrei portati nella biblioteca di istituto. Avremmo potuto verificare se ci sono testi di cultura islamica e avremmo potuto programmarne l’acquisto per metterli a disposizione di tutti. Avrei cercato il modo perché non sentissero forte questo desiderio di opporsi".