Bonus di 200 euro, a Cesena andrà a uno su due

La maggioranza dei contribuenti ha un reddito inferiore alla soglia di elargizione del contributo varato dal governo Draghi

Con la crisi energetica e la guerra in Ucraina l’inflazione è tornata a salire

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Cesena, 13 maggio 2022 - Le previsioni meteo annunciano un’estate rovente, perché il mix tra temperature elevate, inflazione alle stelle ed esplosione dei costi energetici, promette nuovi salassi in vista per chi si appresta ad accendere condizionati e ventilatori. Una larga fetta di cesenati potrà se non altro contare sul bonus di 200 euro riconosciuto dal Governo Draghi a tutti coloro che percepiscono un reddito inferiore ai 35.000 euro annui.

Che nel nostro territorio sembrano essere più della metà degli abitanti, un dato indicativamente in linea con le previsioni nazionali. Al momento, in attesa dei regolamenti attutativi e delle postille in calce ai più remoti commi, di certezze assolute non ce ne sono, ma il quadro pare delinearsi con relativa chiarezza. A dare una mano c’è uno studio effettuato dalla Uil di Cesena, che in relazione ai contributi versati nel 2020 (relativi a dunque al 2019), aveva analizzato gli introiti degli oltre 156.000 contribuenti presenti nel territorio cesenate, dalla riviera fino all’alto Savio, passando ovviamente per la città, che rappresenta lo zoccolo duro e dove peraltro si raggiungono le soglie di reddito più elevato, con una media che si attesta intorno ai 21.000 euro all’anno, circa 4.000 in più rispetto a Sogliano, che si trova in fondo alla classifica.

Entrando nello specifico, il 38,8% dei contribuenti (oltre 60 mila persone), dichiara un reddito fino a 15 mila euro, il 36,6% (57 mila donne e uomini), rientra nella fascia tra i 15 mila e i 26 mila euro, il 20,7% (2.999), in quella compresa tra i 26 mila e i 55 mila euro, l’1,9% si ferma entro i 75 mila euro e la piccola fetta restante chiude il cerchio. Calcolatrice alla mano, tenendo conto che la soglia dei 35.000 euro non è prevista nelle tabelle, è comunque facile dedurre che almeno il 75% dei contribuenti è potenzialmente interessato dal provvedimento. Considerando che la percentuale sull’intera popolazione viene ‘annacquata’ da tutti coloro che non percepiscono alcun reddito (come i bimbi, gli studenti o i non occupati), la percentuale complessiva è chiaramente destinata a scendere, mentendosi però con tutta probabilità al di sopra del 50% dei cesenati.

"Il dato è significativo – analizza il segretario cesenate della Uil Marcello Borghetti – e ci permette di considerare che per molti è in arrivo – verosimilmente a luglio - un aiuto importante. Non è però con questi 200 euro che si risolvono i problemi di lavoratori e pensionati. Apprezziamo la decisone del Governo, ma serve altro, a partire da interventi strutturali in grado di sostenere in maniera stabile la ripresa".

Sulla stessa linea anche Francesco Marinelli di Cisl: "Siamo in costante trattiva per chiedere manovre che non si fermino all’una tantum. E’ un dato positivo constatare che i fondi stanziati siano raddoppiati da 7 a 14 miliardi, ma serve spingersi oltre: le nostre richieste partono per esempio dalla proposta di scrivere un nuovo ‘Patto Sociale’, che preveda una politica d el reddito incentrata su riforme – come quella del cuneo fiscale – che riguardino in primis dipendenti e pensionati".

Silla Bucci di Cgil vede invece il bicchiere mezzo vuoto: "Non condividiamo la linea di attribuire a tutti la stessa cifra, perché 200 euro hanno un valore decisamente diverso per chi percepisce 35.000 euro e chi guadagna invece meno della metà: non c’è niente di più ingiusto di distribuire parti uguali su torte diverse. Per questo non riteniamo certamente esaustiva la manovra e anzi torniamo con forza a ribadire la necessità di effettuare interventi strutturali che vadano prima di tutto a favore della parte di popolazione che sta soffrendo il prezzo più alto di questa crisi".