Bulbi promuove Figliuolo "Ma senza le risorse nazionali i giovani lasceranno le colline"

Il consigliere regionale del Pd: "Lo spettro dello spopolamento se non si agisce bene e in fretta"

Bulbi promuove Figliuolo  "Ma senza le risorse nazionali  i giovani lasceranno le colline"

Bulbi promuove Figliuolo "Ma senza le risorse nazionali i giovani lasceranno le colline"

"L’incontro dei sindaci di giovedì mattina con il generale Figliuolo è stato tutto sommato positivo, ma sui nostri comuni montani si agita lo spettro dello spopolamento e della fuga dei giovani, se non si agirà bene e in fretta". Il monito è del consigliere regionale Massimo Bulbi (Pd), presente alla visita al comune di Roncofreddo, di cui è stato sindaco e dove abita, effettuata dal commissario straordinario dopo quelle a Sarsina e Mercato Saraceno.

I piccoli comuni cesenati colpiti possono dirsi rinfrancati dalla visita di Figliuolo?

"È stata utile al generale per prendere atto della situazione drammatica. I punti chiave a lui sottoposti sono la richiesta di risorse e il supporto ai comuni, in particolare ai piccoli, con tecnici, progettisti e geologi per le fasi dei lavori dalla progettazione alla direzione poiché sono privi di strutture e risorse adeguate a fra fronte agli interventi".

C’è già chi se ne va a pochi mesi dall’alluvione?

"Lo spopolamento è prevedibile in tempi brevi se non si agisce in maniera eccezionale. Se vanno via i giovani è la fine, muore il futuro. Negli ultimi anni non pochi hanno avviato progetti imprenditoriali nell’agricoltura, nell’artigianato e nel commercio. Ma possono andarsene se si sentiranno dimenticati e tagliati fuori".

Come evitare questa sciagura sociale?

"Erogando in fretta risorse nazionali per sistemare strade e poderi agricoli e garantire la manutenzione adeguata alla viabilità, anche quella rurale e poderali. La priorità è rimettere in sesto la viabilità per accedere a tutte le frazioni nonché le infrastrutture idriche e intervenire sui danni causati dalle frane".

Com’è la situazione degli agricoltori?

"Tragica per i danni a macchinari, coltivazioni e impianti. In certe zone si prevede un periodo dai cinque ai sette anni per tornare alla piena attività produttiva e in altre si dovrà intervenire su parecchi terreni oggi inagibili. Guai a lasciarli soli".

Che cosa serve ai piccoli Comuni oltre ai soldi e alle risorse umane?

"Ribadisco: senza tecnici, progettisti e geologi non si realizzano i progetti per la ricostruzione, anche se arrivano i soldi. Occorre anche fornire ai comuni una banca dati di imprese per la realizzazione delle opere".

Proprietari e confinanti non possono intervenire per far fronte all’ordinaria manutenzione dei corsi idrici. Ha senso?

"Va loro consentito di procedere alla piccola manutenzione e alla pulizia di argini, fiumi e fossi".

La pianura ha preso in carico il dramma della montagna ferita?

"Montagna e pianura sono una cosa sola e l’una non cresce senza l’altra. Il sistema territoriale deve porre l’emergenza dello spopolamento montano in testa all’agenda politica per evitare che i piccoli comuni implodano e si disintegri la coesione sociale, ma prima ancora è a livello nazionale che va sostenuta la ricostruzione, come priorità assoluta. Il presidente Mattarella l’ha detto al Meeting, elogiando l’eroismo dei sindaci in prima linea dal 16 maggio: la Romagna non va dimenticata".

Non servono troppi soldi per il ripristino?

"Un delitto solo a pensarlo: se si alimenta la rassegnazione disfattista il corollario sarà che è meglio spostarsi da un’altra parte. Vogliamo l’esodo? Per evitarlo si deve agire nel più breve tempo possibile per riportare le frazioni alla normalità, consentire ai cittadini di tornare nelle proprie case e alle imprese di ricominciare a lavorare. Ma l’inverno incombe e il tempo stringe. Senza interventi un evento ordinario come la pioggia può tradursi in un nuovo danno straordinario".

Andrea Alessandrini