Cesena, cane cacciato dalla chiesa. Il vescovo: "E' una scelta di buonsenso"

Sabato il parroco dell’Osservanza ha invitato un fedele a uscire con Fido. Molte le critiche, ma Douglas regattieri gli dà ragione: "Perché a teatro non li portate?"

Un cane in chiesa (foto Ravaglia)

Un cane in chiesa (foto Ravaglia)

Cesena, 5 novembre 2019 - Chi lo avrebbe mai detto che la vexata quaestio del cane in chiesa potesse avere risvolti scottanti? Eppure è così: tra chi svicola, chi minimizza e chi proprio non ne vuol saperne di dirimere una questione che parrebbe risolversi con un accenno alle regole e al buon senso, parlare di cani in chiesa fa alzare gli scudi. Getta acqu a sul fuoco don Fabrizio Ricci, parroco della chiesa dell’Osservanza, che sabato pomeriggio dopo aver invitato un parrocchiano a portare fuori la propria bestiola presente tra i fedeli alla messa delle 18, oggi tira a sdrammatizzare. «S’è fatto un gran caso da una cosa da nulla». Però è stato lui stesso che per ben due volte, durante la funzione religiosa, si è interrotto per sollecitare un uomo a far uscire la propria bestiola. Imposizione che ha dato la stura, nell’imbarazzo generale, alle vivaci e maleducate proteste del padrone di Fido. Cosa avrebbero fatto altri sacerdoti al suo posto? Il fidato amico dell’uomo ha diritto o no di presenziare alle funzioni religiose?  

La regola dice che è il parroco – l’autorità di riferimento nel contesto ecclesiale – a stabilire se si accettano o meno animali in chiesa, meglio se tale divieto (ma non se ne sono mai visti sui portali della chiese) trova chiarezza in un apposito cartello. Però ci sono diversi sacerdoti che, chissà perché, sulla questione invocano il diritto di non esprimersi. Sarà perché per molti il cane o il gatto è diventato più prezioso ed amato di un figlio e un diniego potrebbe significare il rifiuto di frequentare la chiesa? La questione, tuttavia, ha bisogno di essere affrontata, gli animali domestici in Italia sono numericamente pari agli umani: l’anagrafe ne stima 60 milioni, di cui 10 milioni sono cani.

E allora , che faccio se voglio andare alla messa e il mio cane non vuole stare da solo? Lo porto con me, sperando che non abbai o non si lasci andare a qualche incontinenza, oppure cerco una soluzione che non metta in difficoltà sia me che gli altri fedeli? La risposta del vescovo Douglas Regattieri è saggia e un po’ provocatoria: «Portereste un cane a teatro? No, perché non lo accetterebbero e allora perché portarlo in chiesa. Non ci sono proibizioni ma il buonsenso ci dice che non è il caso. Un cane può creare scompiglio e distrazione». Una risposta chiara arriva anche da don Giordano Amati, parroco del Duomo, che ai propri fedeli dice, finalmente, senza tentennamenti: «I cani devono restare fuori».

Sempre e comunque? «Ci sono donne che entrano per pochi minuti con il loro cagnolino in braccio ma poi escono senza bisogno di essere sollecitate. Diverso è per cani grandi che restino in chiesa durante le funzioni e magari senza guinzaglio. È una questione di igiene, di sicurezza e di rispetto del luogo. Ma dove siamo? Fuori c’è la possibilità di legare i cani e lì bisogna lascarli. L’amore per gli animali? Amiamo per prime le persone. Certo, ci sono le funzioni per la benedizione degli animali, ma non durante la messa. Cartelli col divieto? Deve bastare il buonsenso delle persone». Senza dubbi anche la posizione di una donna che frequenta assiduamente la chiesa ma ama incondizionatamente anche i suoi due cavalier king. «La chiesa non è un luogo per i cani - dice Piera Cecchini -. Così come non li porti nel salotto buono o al cimitero, altrettanto devi fare con la chiesa. E’ un fatto di civiltà, di rispetto delle persone e anche degli stessi animali. I miei due cani sono buonissimi ma perché mai dovrei portarli in chiesa? In un luogo di preghiera e di raccoglimento il rispetto dell’altro è un imperativo. Ricordo un episodio, che mi trovò del tutto d’accordo, in cui un prete disse ai presenti che parlava agli umani, non ai cani, e invitò il padrone a portare fuori l’amico peloso». © RIPRODUZIONE RISERVATA