Cesena, 3 agosto 2024 – Una bomba ad orologeria incombe sull’impero romagnolo degli estratti di cannabis ad ogni cambio di governo. Ed ecco che due giorni fa la bomba è esplosa: un emendamento al ddl sicurezza ha bloccato la vendita e la lavorazione della cannabis light. Che risvolti avrà sulla produzione che fa capo ad una delle più grandi aziende italiana del settore, la Cbweed nata 7 anni fa in Romagna ed oggi grande produttore con 149 negozi in franchising tra Italia ed Europa? E come se la caveranno le numerose attività commerciali, di varie società, che si sono consolidate in questi anni anche nella nostra provincia contendendosi un mercato in espansione? La legislazione italiana attuale, che risale al 2016, consente la coltivazione di canapa per scopi industriali, purché il contenuto di Thc - la sostanza psicoattiva presente nella pianta - non superi lo 0,2%. La nuova normativa, invece, proibisce il commercio, la lavorazione e l’esportazione di foglie, infiorescenze, resine e di tutti i prodotti contenenti sostanze derivate dalla pianta di canapa indipendentemente da tale contenuto. "Fremo ricorso alla Comunità Europea e al Tar" anticipa il forlivese Riccardo Ferrini fondatore e amministratore delegato di Cbweed.
Ferrini, quali sono gli elementi che daranno concretezza alla vostra protesta?
"Il ddl proposto viola diversi trattati comunitari ma l’elemento più avvilente è l’atto politico in sé. Sconsiderato per un Paese con una economia che fatica a decollare. Porterà via il lavoro a tante persone. Dovrebbe essere un monito per chi è andato a votare e per chi non c’è andato lasciando il Paese nelle mani di chi oggi propone questo provvedimento".
Le motivazione del decreto riguardano le ripercussioni della cannabis sulla salute.
"Ci sono centinaia di evidenze scientifiche che negano sia il suo effetto psicoattivo che l’induzione ad una qualche dipendenza. In più tanti altri Paesi europei si stanno muovendo in senso contrario. Addirittura c’è una tendenza a legalizzare tutti i prodotti della cannabis light, mentre da noi si va in senso contrario".
Perché dunque il governo l’avrebbe vietata?
"Alla base del provvedimento c’è l’ignoranza, ma anche una strumentalizzazione politica e interessi di parte".
Chi sono i consumatori della cannabis light?
"Gente di tutte le età che la impiega contro l’ansia e l’insonnia e vuole un prodotto che non abbia controindicazioni e sia legale. La nostra azienda nel 2021, nonostante il boicottaggio messo in atto dal nostro Paese, è stata premiata da Il Sole-24 Ore come diciassettesima migliore start up d’Italia sia per la nostra crescita, che continua tuttora, che per l’affidabilità".
Dov’è collocata la vostra produzione?
"Tutta in Romagna, quattro ettari in campo aperto e due ettari di serre. Il nostro valore infatti è il controllo del prodotto. Per questo obiettivo abbiamo scelto di non dislocare la produzione altrove".
Cosa succede ora?
"Sospendere l’attività è l’ultima spiaggia Se dovesse essere necessario ci trasferiremo all’estero. Abbiamo cento negozi fuori dall’Italia, tra gli altri, ne abbiamo 34 in Portogallo, 32 in Spagna, 10 in Francia, 10 in Repubblica Ceca".