"Canto gioie e paranoie della generazione Z"

Esce oggi su tutte le piattaforme digitali ’(Tra parentesi)’, il nuovo album del cantautore cesenaticense Gianluca Modanese

"Canto gioie e paranoie della generazione Z"

"Canto gioie e paranoie della generazione Z"

di Cristina Gennari

Voce delicata e stile pop con cui racconta emozioni, delusioni e ansie della generazione Z. Il cantautore cesenaticense Gianluca Modanese, classe 1995, lancia il nuovo album di inediti ’(Tra parentesi)’, in uscita oggi su tutte le piattaforme digitali. Dalle cover su YouTube ai successi del primo disco ’Universo Mobile’ e di ’Buonanotte, Ti Pensavo’, singolo uscito nel 2018 che ha quasi raggiunto 5 milioni di ascolti su Spotify, l’artista romagnolo è diventato in breve tempo uno dei portavoce della nuova ondata pop.

Modanese, partiamo dall’inizio. Quando ha iniziato a fare musica?

"Sono nato in una famiglia di musicisti, mio padre suonava la chitarra, mia sorella il pianoforte. Sono cresciuto ascoltando tanta musica. Ho iniziato suonando la batteria, ma poi il richiamo della scrittura è stato più forte. A 16 anni ho scritto la mia prima canzone e poi negli anni dell’università ho cominciato a fare le cose più sul serio. Nel 2017 ho pubblicato il mio primo album, prodotto interamente da me. In tanti mi dicevano di aspettare, ma contro ogni logica di mercato ho deciso di buttarmi".

Una scelta che l’ha premiata.

"Sì, anche se non è andato subito bene. A distanza di circa un anno dall’uscita, però, gli ascolti sono schizzati da un giorno all’altro".

Merito dei social?

"Sicuramente sono un canale importante, come dimostrano anche tanti altri cantanti nati su TikTok o Instagram. Io ho iniziato sin da piccolo a pubblicare video con mie cover e canzoni e sono riuscito a costruirmi una buona base di seguaci, che poi mi è poi servita per avere riscontri sulla mia musica. Vivendo in un piccolo paese come Cesenatico, in cui le opportunità musicali sono limitate, ho sfruttato i nuovi mezzi per uscire dal mio mondo".

Da cosa nascono le sue canzoni?

"Io canto ciò che vivo. Nelle canzoni racconto emozioni, esperienze, delusioni, amori, ansie, paranoie, insomma la mia vita da ventenne. Spesso scrivo per metabolizzare, per ritrovare un focus. La musica per me è come una terapia".

Un processo simile a quello che l’ha portata a scrivere il suo ultimo singolo ‘Pop Corn’?

"Sì, scriverlo mi ha aiutato molto. Dopo la scomparsa del mio migliore amico, avevo tante idee e cose di cui volevo parlare, ma che non riuscivo a esprimere. Poi una sera, mentre stavo strimpellando e canticchiando, è nato dal nulla il ritornello e l’ho scritto in 5 minuti. Ogni volta che l’ascolto o lo canto mi fa sentire più vicino a lui".

Oggi, invece, esce il nuovo album ‘(Tra parentesi)’. Cosa racconta?

"È un progetto figlio del lockdown, un periodo che mi ha portato a guardarmi dentro e a tirare fuori le mie emozioni. È una sorta di album fotografico in cui ogni canzone rappresenta lo scatto di un momento. Il nome del disco lo avevo in mente da un po’ perché rappresenta una parentesi della mia vita. E poi mi piacciono i brani che hanno due titoli, uno normale e uno tra parentesi, cosa che ho inserito in tutte le tracce dell’album".

Come può essere definito il suo genere musicale?

"È un pop che definirei 2.0 o della generazione Z. Nell’ultimo album, anche grazie alla collaborazione con il produttore multiplatino Steve Tarta, ho cercato di ricreare suoni meno acustici e più moderni ed elettronici. Tra le mie influenze musicali ci sono Tommaso Paradiso e The Weeknd, ma anche Cremonini ed Ed Sheeran".

Sogni nel cassetto?

"Mi piacerebbe un tour tutto mio e, magari, una data al Forum di Assago di Milano".