Carenza di manodopera "Incentivi alla natalità? Non bastano, servono anche più stranieri"

L’analisi di Legacoop a confronto con i sindaci romagnoli sul tema del calo della popolazione e dei fabbisogni delle aziende "Occorre lavorare per attrarre un’immigrazione più qualificata".

Carenza di manodopera  "Incentivi alla natalità?  Non bastano, servono  anche più stranieri"
Carenza di manodopera "Incentivi alla natalità? Non bastano, servono anche più stranieri"

L’inverno demografico è alle porte e preoccupa chi è interessato allo sviluppo del territorio e della qualità della vita. In Romagna calano le nascite (come nel resto del Paese, anzi peggio), aumentano gli anziani e c’è carenza di forza lavoro. Sono alcuni spunti dal convegno "Demografia e qualità della vita", organizzato da Legacoop Romagna e Federcoop svoltosi ieri a Cesena con la partecipazione dei sindaci Michele De Pascale (Ravenna), Jamil Sadegholvaad (Rimini), Enzo Lattuca (Cesena), e per il comune di Forlì l’assessora Paola Casara. Uno dei risultati più preoccupanti del calo nascite e dell’aumento degli anziani, si evidenzia nella costante contrazione della fascia di età 15-64, che comprende tutta la popolazione in età da lavoro e che in Romagna in questo momento è pari al 62,79% della popolazione contro il 63,05% dell’Emilia-Romagna e il 63,51% dell’Italia. L’aumento dell’età media in Romagna evidenzia un graduale squilibrio fra le generazioni e una progressiva stagnazione del ricambio generazionale, con ripercussioni dirette sul reperimento e sul ricambio dei livelli occupazionali. La comparazione fra la Romagna, l’Emilia-Romagna e l’Italia evidenza due dati significativi: la Romagna ha la percentuale più bassa di giovani stranieri residenti e quella più alta di anziani stranieri. Contro ogni timore di ‘invasione’ o ‘sostituzione etnica’, Il calo degli arrivi di stranieri è continuo nell’ultimo decennio. Il risultato, in ogni caso, è che in molti comparti si fa sempre più fatica a trovare manodopera.

I dati sono stati presentati da Simona Benedetti, responsabile del centro studi associativo, mentre i lavori sono stati moderati da Romina Maresi, vicepresidente di Legacoop Romagna. Il presidente di Legacoop Romagna Paolo Lucchi nel suo intervento ha citato Papa Francesco: non è un’epoca di cambiamento, ma un cambiamento d’epoca. "Per affrontare mutamenti di questo tipo non servono le semplificazioni o le scorciatoie elettorali - ha detto Lucchi - serve il coraggio di fare cose impopolari, a partire dai nostri territori. Puntiamo sulla visione di lungo periodo di Romagna Next e su un patto con le amministrazioni pubbliche, in particolare per quello che riguarda i servizi socio-sanitari".

I sindaci hanno concordato sul fatto che nel breve preiodo le politiche di incentivo alla natalità non sono sufficienti: occorre lavorare per attirare una immigrazione qualificata, con strategie che intercettino le competenze di alto livello di chi vuole trasferirsi nel nostro Paese, e per integrare le persone in Italia. "Non saranno i bonus a invertire le tendenze in atto – ha detto il sindaco di Cesena Enzo Lattuca – quanto la presa d’atto che servono strumenti nuovi per incentivare la genitorialità, anche in termini di conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro". Concetto ripreso da Jamil Sadegholvaad, sindaco di Rimini, per il quale serve il coraggio di fare scelte che vadano a favore delle fasce più giovani della popolazione. Con questi trend demografici, ha ammonito il Sindaco di Ravenna Michele de Pascale, perderemo non solo servizi, ma posizioni economiche. Nel breve periodo non c’è altra soluzione che intervenire sui flussi migratori. I dati confermano che Forlì e la Romagna sono attrattive, ha ribadito Paola Casara, assessora al Welfare del Comune di Forlì, anche per i residenti di altre regioni italiane, sia del Sud che del Nord. Per incentivare la natalità occorre lavorare sui servizi e sulla flessibilità di orario, incrementando l’offerta nella fascia pomeridiana, ma anche affrontare il tema abitativo.

re.ce.