Carisp, ex azionista risarcita con 4mila euro

Il giudice di pace ha accolto il ricorso della 52enne di Cesenatico e ha condannato Credit Agricole al pagamento del danno

Carisp, ex azionista risarcita con 4mila euro
Carisp, ex azionista risarcita con 4mila euro

Una ex cliente della Cassa di Risparmio di Cesena ha vinto una causa contro Credit Agricole. Il giudice di pace di Forlí, Andrea Biavati, ha infatti accolto la richiesta di risarcimento danni promossa da una ex azionista della Carisp, una donna di 52 anni residente a Cesenatico, che chiedeva un indennizzo. L’ex azionista, assistita dagli avvocati Luca Boschetti e Diego Franchini, aveva portato nel 2022 in giudizio Credit Agricole Italia Spa (subentrata a Cassa di Risparmio di Cesena), per chiedere la condanna al risarcimento dei danni derivanti dalla perdita patrimoniale subita, in qualità di correntista della Cassa di Risparmio di Cesena, per il sostanziale azzeramento di valore delle azioni emesse dall’istituto di credito cesenate. La donna ha sostenuto in sostanza che la Cassa di Risparmio di Cesena le aveva fatto acquistare delle azioni, senza informarla correttamente delle precise caratteristiche del prodotto e dei rischi che comportava l’investimento proposto, in difformità e inadeguatezza al profilo di rischio personale e in violazione dell’articolo 21 del Tuf (il Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, che è noto anche semplicemente come Testo unico della finanza), e dei regolamenti e delle disposizioni di Consob (è la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa), in materia di obblighi informativi dell’intermediario.

Il giudice Biavati, con la sentenza numero 681 pubblicata martedì scorso 12 settembre, ha accolto le domande della consumatrice e ha condannato la banca al pagamento dell’importo di oltre 4mila euro (per la precisione 4.038 euro e 77 centesimi), oltre alla rivalutazione ed agli interessi come per legge dalla domanda al saldo, a titolo di risarcimento del danno subito, oltre al pagamento delle spese di lite e delle spese accessorie di 250 euro. Infatti, secondo la documentazione allegata dai legali dell’ex azionista e riportata anche dal giudice di pace nella propria sentenza, la banca intermediaria, prima di ogni operazione, ha verso l’investitore correntista, un obbligo di informazione che deve essere concretamente adeguata e idonea quindi a soddisfare le esigenze del singolo rapporto, tenuto conto delle caratteristiche personali e la situazione finanziaria del cliente. Tale obbligo, secondo il giudice, è stato disatteso in relazione al profilo di rischio dell’ex azionista e quindi la banca deve pagare il danno.

"Siamo soddisfatti _– hanno detto gli avvocati Luca Boschetti e Diego Franchini – perchè è stato dimostrato che, nel caso di significativa perdita patrimoniale da parte dell’investitore, come è il caso della nostra assistita, sussiste una presunzione di nesso di causalità tra la mancata adeguata informazione da parte della banca, l’effettuazione di scelta inconsapevole del cliente e il danno subito".

Giacomo Mascellani