Carne e sorrisi lungo il Savio "Accendiamo il barbecue per chi lavora senza sosta"

Un gruppo di cacciatori da tre giorni offre pasti caldi vicino al Ponte Vecchio "Siamo partiti con affettati e cinghiale, poi abbiamo rilanciato con il pollo".

Carne e sorrisi lungo il Savio  "Accendiamo il barbecue  per chi lavora senza sosta"

Carne e sorrisi lungo il Savio "Accendiamo il barbecue per chi lavora senza sosta".

Lungo l’argine del fiume Savio si respira l’odore del fango mescolato al sudore, con in sottofondo la pioggia sottile ma pungente. Non è bello, ma è lo specchio dei tempi. E soprattutto è la dimostrazione che i cesenati, a migliaia, si sono rimboccati le maniche per offrire il loro aiuto ai concittadini duramente colpiti dall’alluvione. Come si ripaga un volontario? Con la stessa moneta. Eccoci all’ombra del Ponte Vecchio, sul lato del quartiere Oltresavio. Dove nel piccolo spazio verde che fa da apripista a via Bonci, è stato allestito un gazebo. Qui l’odore del fango passa in secondo piano, sostituito dal profumo della carne cotta alla griglia. Tanta carne, quanto basta per offrire un buon pranzo caldo a chi si merita una pausa del caos. "Siamo un gruppo di cacciatori - spiega Antonio Raccagni – e siamo qui per dare il nostro contributo. Dopo aver spalato, ci spostiamo alla griglia, per offrire un buono spuntino a chi si sente borbottare lo stomaco. E’ il terzo giorno che ci ripresentiamo: eravamo partiti giovedì con un ‘profilo basso’ proponendo pane e affettati, poi siamo passati al cinghiale in salmì e oggi abbiamo ulteriormente rilanciato con la carne di pollo, pensando anche a chi il maiale non lo mangia. L’alternativa in effetti era quella di passare a salsiccia e pancetta, ma non ci è parso opportuno: vogliamo poter invitare tutti".

Si mangia e si beve e anche se è durissima, si trova il modo per tornare a sorridere. "E’ questo che volevamo fare – prosegue Raccagni, il cui biglietto da visita è una parananza marrone che lo descrive come il re della griglia – fare la nostra parte mandando un messaggio di solidarietà a tutti i cesenati. A chi è stato colpito così duramente dall’alluvione e a chi, faticando senza chiedere nulla in cambio, offre il suo contributo per rimettere a posto le cose il prima possibile". Il risultato è inconfutabile, vista la lunghissima fila di avventori che si concedono una pausa pranzo in piedi, magari con le mani non troppo pulite, ma con tutto quello che serve per ricaricare le batterie prima di tornare a spalare via il fango.

Luca Ravaglia