Cesena, insulti e minacce a Casapound. Cinque condanne

Decreto penale per gli attivisti che si opponevano all’affitto della sede di via Albertini

L'inaugurazione della sede di Casapound (foto Ravaglia)

L'inaugurazione della sede di Casapound (foto Ravaglia)

Cesena, 16 maggio 2018 - Cinque persone che si definiscono ‘antifascisti’ sono state condannate con decreto penale per i reati di violenza privata, diffamazione e sostituzione di persona in relazione alla vicenda dell’apertura di una sede di Casapound a Cesena. Si tratta di Valentina Pagliarani, 34 anni, di Cesena; Manuela Mapelli, 38 anni, di Cesena; Bruno Berti, 59 anni, di Forlì; Enrico Truddaiu, 38 anni, residente a Martis, in provincia di Sassari, ed Elisa Michelacci, 33 anni, di Forlì. A chiedere l’emissione del decreto di condanna, firmato dal Gip Massimo De Paoli, è stato il sostituto procuratore della Repubblica Filippo Santangelo che ha coordinato le indagini della Digos.

I fatti si riferiscono al novembre scorso, quando l’associazione Histrion, che ospita il movimento di destra Casapound, prese in affitto un locale in via Albertini, in pieno centro storico, per aprire una sede a Cesena. Ci fu una mobilitazione da parte di movimenti antifascisti e di singole persone che presero iniziative per cercare di impedire l’insediamento di Casapound a Cesena. Oltre alle proteste legittime, furono messi in atto anche atteggiamenti minacciosi e intimidatori: furono diffusi volantini con i recapiti telefonici e di posta elettronica di Daniele Lombardini, proprietario dell’immobile, al quale arrivarono telefonate e messaggi anonimi, e comparvero scritte ingiuriose su alcuni muri della città. Inoltre ci fu una donna che prese appuntamento con Francesco Lombardini, figlio di Daniele, fingendo di essere una militante di Casapound, per poi ricoprirlo di ingiurie e minacce affinché non affittasse l’immobile.

Daniele e Francesco Lombardini, assistiti dall’avvocato Umberto Calzolari, presentarono due distinte denunce-querele, e le indagini della Digos arrivarono all’identificazione delle cinque persone. In particolare Valentina Pagliarani avrebbe minacciato telefonicamente Daniele Lombardini ed è stata condannata a 1.125 euro di multa; Manuela Mapelli, Bruno Berti ed Enrico Truddaiu avrebbero scritto, stampato, affisso e ditribuito i volantini contro lo stesso Daniele Lombardini, e sono stati condannati a 300 euro di multa ciascuno; Elisa Michelacci si sarebbe presentata a un appuntamento con Francesco Lombardini per visionare i locali spacciandosi per un’attivista di Casapound, per poi rivelarsi per un’antifascista insultandolo e minacciandolo, ed è stata condannata a pagare 1.125 euro di multa.

La Pagliarani è difesa dall’avvocato Enrica Vasini di Rimini, Mapelli e Michelacci dall’avvocato Giacomo Scudellari di Ravenna, Berti e Truddaiu dall’avvocato d’ufficio Maurizio Casadei di Cesena.

I condannati hanno 15 giorni di tempo per decidere se pagare la multa o fare opposizione al decreto penale e affrontare il processo.