Cesena case, i prezzi tornano a salire

Nel primo trimestre dell’anno quotazioni del mattone in ripresa sia per la vendita che per l’affitto. Cesena è più cara di Forlì

Le offerte di appartamenti in un’agenzia (foto di repertorio)

Le offerte di appartamenti in un’agenzia (foto di repertorio)

Cesena, 20 aprile 2021 - C’è la crisi? Eppure i prezzi delle case a Cesena sono aumentati, seppur di poco, dalla fine del 2020 ad oggi. Lo dimostra una ricerca di Immobiliare.it che fotografa la situazione del mercato in questo inizio 2021. In Emilia Romagna le variazioni dei prezzi del mattone risultano in aumento di 0,9 punti percentuali e i prezzi di vendita si attestano su una media di 1.957 euro al metro quadro. Nel comune di Cesena l’aumento è superiore, pari cioè all’1,2% da fine 2020, con un costo medio degli immobili a metro quadro di 1.963 euro. Anche nel comune di Forlì si registra un lieve aumento del costo delle case da inizio anno (dell’1.0%) con il prezzo medio degli immobili pari a 1.548 euro al metro quadro.

Il focus Mercato immobiliare Covid: le case costano di più

Nel resto della regione i prezzi restano piuttosto stabili con poche eccezioni: Bologna (che rimane la città in cui costa di più acquistare casa con prezzo al metro quadro di 3.044 euro) è la in provincia che vede i prezzi aumentare di più (+1,3%); Piacenza segnala un aumento percentuale di quasi 2 punti, mentre Ferrara è la città in cui i costi sono scesi in maniera più significativa negli ultimi 3 mesi andando a registrare il -4,6%. Per quanto riguarda le locazioni, invece, l’Osservatorio di Immobiliare.it segnala che il prezzo medio delle case in affitto nel comune di Cesena è stabile da gennaio e si attesta sugli 8,6 euro al metro quadro.

Da una ricerca di Tecnocasa poi emerge come l’effetto della pandemia inizi a farsi sentire sulla capacità di spesa; c’è maggiore prudenza nonostante il desiderio di acquistare la casa sia sempre vivo, e cresce la percentuale di chi vuole destinare all’acquisto capitali più contenuti. A Cesena il 54% degli acquirenti dimostra di avere una disponibilità di spesa per gli immobili fino a 119mila euro, il 45,5% per case da 120mila a 349mila euro e solo lo 0,5% si può spingere oltre i 350mila euro. La fascia di acquirenti più corposa, emerge poi da una ricerca nazionale di Tecnocasa, è formata dai dipendenti (67,2%), seguono i professionisti (13%) e al terzo posto i pensionati che compongono il 7,6% del totale degli acquirenti. E tra i nonnini che comprano casa solo il 15,2% richiede un mutuo, mentre l’84,8% paga in contanti.