"Caserma e Montefiore, critiche legittime"

Il giudice civile respinge la richiesta di danni per diffamazione avanzata dall’ex sindaco Lucchi contro Faggiotto e Giangrandi

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di Emanuele Chesi

La coda giudiziaria della stagione politica più calda dell’amministrazione comunale guidata da Paolo Lucchi è arrivata a un punto fermo. Fabrizio Faggiotto e Marco Giangrandi, esponenti dell’associazione Centro Anch’io, hanno vinto la causa civile per diffamazione e calunnia promossa contro di loro dall’ex sindaco Paolo Lucchi. La decisione del giudice Fabrizio Maffa del Tribunale civile di Forlì è netta, boccia le rivendicazioni di Lucchi e lo condanna al pagamento delle spese legali dei querelati per 15 mila euro. L’ex sindaco aveva chiesto un risarcimento di 100mila euro. Giangrandi e Faggiotto erano assistititi dall’avvocato Isabella Castagnoli, Lucchi dall’avvocato Massimo Beleffi.

Il nodo della vicenda era l’accordo di programma tra Conad e Comune di Cesena per l’ampliamento del centro commerciale Montefiore in cambio della costruzione della nuova caserma dei carabinieri. Un iter normale per le amministrazioni pubbliche che, sulla base di un base di un bando per un’opera di utilità pubblica, concedono un vantaggio a un privato che si fa carico delle spese.

La critica politica di Faggiotto e Giangrandi, espressa attraverso stampa e social network, era (ed è) quella di aver intrapreso una via non favorevole alla collettività (in particolare alla rete commerciale, ampliando una struttura privata già imponente). Dal punto diu vista tecnico, secondo loro appariva poco comprensibile che il Comune di Cesena avesse escluso la possibilità di realizzare la nuova caserma dei carabinieri all’ex Gil (per carenza di misure antisismiche) quando poi lo stesso edificio è stato ristrutturato per ospitare la polizia municipale.

Faggiotto in particolare, per il suo attivismo e per la sua incisività, era diventato una vera spina nel fianco del Comune. Mal sopportato. Fino alla querela presentata da Lucchi a fine mandato.

Il giudice ha infine riconosciuto la legittimità delle critiche, definendole "ampiamente rispettose del principio di continenza, viepiù ove si consideri l’ambito della disputa politica nel quale si andavano ad inserire, clima astioso desumibile peraltro dallo stesso tenore della replica effettuata dal Lucchi con la ‘Comunicazione stampa’ dell’8 aprile 2017 laddove l’odierno attore, lungi dal mantenere un contegno sobrio e distaccato quale si addice al rappresentante di un ente pubblico territoriale, nel manifestare apparente comprensione nei confronti delle asserzioni del Faggiotto ne approfitta – con evidenti toni di malcelato sarcasmo – per dipingerlo quale soggetto che ’cerca di mixare due passioni (quella per il giornalismo e quella per la politica militante, in Forza Italia, che lo candidò alle elezioni amministrative del 2014) tra di loro in totale contrasto’, condizione che lo avrebbe indotto a ’trovarsi alle prese con un po’ di confusione’)". Insomma, se il clima all’epoca si era invelenito, era colpa anche delle reazioni degli amministratori criticati.

"Come sempre le sentenze si accettano. Ma si possono anche commentare – replica Paolo Lucchi – In questo caso, la sentenza si basa su di un presupposto non corrispondente al vero e cioè che l’iter per la realizzazione della nuova Caserma dei Carabinieri di Cesena, prossima all’inaugurazione, fosse contestabile dal punto di vista tecnico e procedurale. Così non è, evidentemente, come confermato anche dai magistrati che, in precedenza, avevano archiviato le denunce di Faggiotto e Giangrandi e che, altrimenti, avrebbero scelto di rinviare a giudizio l’Amministrazione comunale di Cesena. Questa volta il Giudice, invece, ha scelto di legittimare la critica (politica e procedurale), anche se la stessa partiva da un presupposto sbagliato. Evidentemente si può criticare una scelta amministrativa, ‘raccontando non verità’ ed ergendosi, invece, a paladini della verità. Ne prendo atto, ma non mi adeguo".