Cassa di Risparmio di Cesena, se ne va un consigliere

Continua l’interesse di Cariparma per Cesena e Rimini

La sede della Cassa di Risparmio di Cesena

La sede della Cassa di Risparmio di Cesena

Cesena, 1 marzo 2017 - Acque agitate alla Cassa di Risparmio di Cesena: una decina di giorni fa ha dato le dimissioni dal consiglio d’amministrazione Laura Viganò, docente di economia all’Università di Bergamo. Una fonte interna alla banca motiva le dimissioni con ‘problemi personali e famigliari’, ma fonti esterne riferiscono di attriti all’interno del consiglio d’amministrazione presieduto da Carmine Lamanda. Non sarebbe ancora stato deciso se verrà cooptato un consigliere in sostituzione di Laura Viganò, oppure se il consiglio continuerà a funzionare con quattro consiglieri oltre al presidente Carmine Lamanda e al vice Giancarlo Guidi.

Mentre prosegue l’applicazione del piano industriale che nel giro di due anni (a partire da metà 2015) prevede la riduzione degli sportelli da 120 a 80 circa e dei dipendenti da poco meno di mille a circa 800, non si sa ancora se il bilancio 2016 arriverà a chiudere in pareggio: al 30 giugno 2016 era stata registrata una perdita di 6 milioni di euro contro i 37 milioni al 30 giugno 2015.Negli ultimi mesi il direttore generale Bruno Bossina è stato molto impegnato sul fronte della cessione dei crediti deteriorati, che ammontano a oltre 800 milioni per ciò che riguarda le sofferenze (coperte da accantonamenti al 65,9%), mentre le inadempienze probabili hanno superato i 500 (qui la copertura è del 32,7%) e i crediti scaduti sono in discesa a quasi 30 (coperti da accantonamenti per l’11,4%). In totale, al 30 giugno, i crediti deteriorati erano pari a oltre 1.340 milioni, circa il 38% del totale degli impieghi.

La cessione dei crediti deteriorati sarebbe determinante per la ricerca di un partner di maggiori dimensioni. Si continua a parlare della Cariparma, controllata dal gruppo francese Credit Agricole. La prospettiva che interessa Cariparma è allargarsi in Romagna con l’acquisizione delle Casse di Cesena e Rimini, ma è subordinato all’intervento del Fondo interbancario di tutela dei depositi (che a Cesena ha investito 280 milioni di euro) a Rimini con un aumento di capitale da 150 milioni.

Il prezzo che, secondo le indiscrezioni, sarebbe disposta a pagare Cariparma si aggira sui 150-170 milioni, ma alcune banche socie del Fondo hanno avanzato l’obbiezione che gli interventi su Cesena e Rimini (430 milioni in totale) servirebbero a rafforzare due istituti di credito leader nelle rispettive zone da cedere a prezzo di saldo a un concorrente.

Paolo Morelli