Cause e responsabilità per il disastro dell’alluvione

Cause e responsabilità per il disastro dell’alluvione

Cause e responsabilità per il disastro dell’alluvione

Non si può più tacere di fronte alla narrazione che dipinge un’amministrazione comunale organizzata, previdente e quasi eroica. Da testimone diretta della tragedia che ci ha travolti vi dico che non è la verità.

Martedì mattina 16 maggio, sono passata a piedi dal Ponte Nuovo per recarmi al lavoro in centro. Ho visto subito che il livello dell’acqua era salito e che le arcate del ponte erano ostruite da tronchi e sterpaglia. Ricordavo di aver già visto la stessa situazione nel 2019 e che, in quell’occasione, era già in funzione un macchinario per raccogliere il materiale accumulatosi contro le arcate. Nella mattinata la gente parlava dell’allerta ma non che fosse in corso un allarme ben più serio. Alle 13.15, ripercorrendo in senso contrario il Ponte Nuovo, il materiale che ostruiva le arcate era aumentato e il fiume ingrossato. C’erano tre persone, forse della Protezione civile, con alcuni sacchi. Mi sono permessa di apostrofarle dicendo che i sacchi non servivano e che era necessario procurarsi subito un macchinario per disostruire le arcate. I tre mi hanno risposto che non mi dovevo preoccupare.

Nel pomeriggio non ho fatto in tempo a entrare nel condominio che ho sentito la vicina gridare perché stava arrivando un’ondata travolgente. L’acqua è arrivata a metà del primo piano... il livello dell’acqua non ha smesso di salire fino alle 5.40 di mercoledì mattina. Ore passate nel terrore. Sono riuscita con fatica a telefonare alla Protezione civile. Ho descritto la situazione, la presenza di un neonato e di un disabile. Ho richiamato più volte, ma solo giovedì sera, dopo più di un giorno e mezzo, un addetto della Protezione civile mi ha richiamata per sapere delle nostre condizioni. Non abbiamo visto un Vigile del Fuoco, né un agente della Polizia Municipale o della Polizia di Stato, tantomeno il Sindaco o la Protezione Civile... Credo che la mancanza più grave da parte delle autorità sia stata quella di non aver lanciato un allarme generale per tempo. Bastava alla mattina, quando già si conosceva la grave situazione meteo e i corsi d’acqua ingrossati in montagna. Avremmo potuto mettere al sicuro qualcosa, per esempio le auto.

Noi, che abbiamo rischiato la vita e che abbiamo perso tanto, pretendiamo che gli amministratori locali e regionali rendano conto pubblicamente di tanta approssimazione e disattenzione, pur consapevoli di amministrare un territorio a rischio, e che paghino un tributo per i tanti errori fatti.

Monica Bagnolini