ELIDE GIORDANI
Cronaca

Cavalli, 40 anni in scena "Ho iniziato ad Arcore"

L’autore cesenate festeggia la lunga carriera nel teatro per ragazzi "Debuttai in una scuola primaria: ero sceneggiatore, regista e attore" .

Cavalli, 40 anni in scena "Ho iniziato ad Arcore"

di Elide Giordani

S’intitola "Coriandoli di storie" lo spettacolo in programma oggi alle 19 alla Polisportiva di San Vittore. E sarà una vera e propria cascata multicolore poiché di "storie", la mente geniale e fertilissima di Claudio Cavalli, che nell’occasione festeggia i suoi 40 anni di teatro per i ragazzi, ne ha prodotte centinaia, replicate fino a tremila volte e finite nientemeno che sul palco della Scala di Milano. La ricorrenza andrà di pari passo con la presentazione dei centri estivi di Artexplora, il parco tematico che coniuga arte e divertimento, dove Cavalli e la sua creativa famiglia - le figlie Leila e Lara, la moglie Lucetta - ne inventano una tutti i giorni.

Cavalli, com’è iniziata questa avventura?

"Nella scuola primaria di Arcore, non ancora legata all’epopea di Berlusconi, in cui mi occupavo di innovazione educativa, nove anni prima del mio impegno nell’ambito della trasmissione Rai per i ragazzi L’Albero Azzurro".

Ma cosa è successo nel 1983 da cui lei conteggia i 40 anni di teatro?

"Ho creato uno spettacolo di cui ero autore, sceneggiatore, scenografo, attore. Una narrazione che utilizzava delle scenografie consistenti in composizioni architettoniche molto complesse strette in una scatola della dimensione di un frigorifero che si dipanavano sul palco costituendo un racconto parallelo. Tanto per fare un esempio, da quella prima scenografia uscivano un teatrino, un panorama, una città, un gioco di ombre, un intero luna park e un circo". Chissà che incanto per i ragazzi.

"Eh sì, si divertivano, ma quando cercai di venderlo fu un fiasco. Partecipai ad una grande fiera del teatro in cui ero una specie di alieno tra tecnologie sofisticate. Ma la mia opera fu notata dal direttore del più importante festival del teatro per ragazzi che si teneva a Muggia, nel Triestino. Quell’uomo era Tinin Mantegazza. Mi disse che non mi dava neanche un soldo ma la possibilità di portare lo spettacolo al festival. Fu un esordio dirompente. E l’inizio dell’attività e della caratterizzazione della mia calligrafia teatrale".

Quanti spettacoli di questo tipo ha realizzato?

"Una decina. C’era ‘Coriandoli in scatola’, ‘Incanto di un vecchio pianoforte’, ‘Scale a vela e orologi a soffio’ ed altri. Storie molto complesse e sorprendenti. ‘Il pianoforte’ portato alla Scala di Milano nell’86 diventava un palazzo con i portici da cui s’intravvedevano i tasti che si trasformavano in una scala per la luna. Scrivevo il testo e immaginavo il racconto per immagini. Che non erano dettagliate ma abbozzate, un po’ ingenue, come avrebbe potuto disegnarle un bambino. Vinsi anche la gara per il miglior manifesto della Scala di quell’anno".

Che storie raccontava?

"Favole rivisitate, storie d’avventura, esplorazioni. Sono state rappresentate in almeno 40 diversi teatri italiani con mai meno di 250 repliche per ciascun spettacolo: ma non mi sono mai divertito a rifare le stesse cose, ogni volta ho cercato di inserirvi qualcosa di nuovo. Ed è così che sono approdato ad Artexplora, ossia le storie sui grandi capolavori della pittura coinvolgendo 18 musei che abbiamo realizzato a Santa Lucia dove la storia continua".