Cesena, dopo il fallimento la lettera del capitano Perticone

«Il Cesena non morirà. La nuova società non deve lasciare indietro il valore aggiunto: chi lavora dietro le quinte nell’interesse della squadra»

Romano Perticone

Romano Perticone

Cesena, 17 luglio 2018 - Dopo il fallimento della società del Cesena, il giocatore e capitano della squadra Romano Perticone ha scritto una lettera che viene dal cuore: «La parola fine è stata posta da poco ma le mie cose da Cesena, i miei attrezzi del mestiere, li avevo già recuperati qualche giorno fa.

Quando a fine stagione li ho lasciati a Spizzolandia (il nostro magazziniere), lui sorridendomi mi ha detto: ‘lasci tutto qui Romano?’. ‘Certo Spizzo’.

Gli è bastato questo a capire che sarei rimasto a Cesena o almeno che quella era la mia volontà. E così mi sorride, mi dice ‘grande Romano’, e mi abbraccia.

La sera stessa siamo usciti a cena tutti quanti, tutta la squadra. E quando parlo di squadra intendo prima di tutto chi non è mai sulle prime pagine, quelli a cui non fanno le pagelle, a cui nessuno dice bravo. Abbiamo cantato, riso e gioito. Ci siamo presi per il culo prima del ‘rompete le righe’, convinti di rivederci a breve.

Nel calcio sapete bene che i rapporti sono per lo più transitori. Rari, come è logico che sia, sono i rapporti che si mantengono nel tempo, poche le persone che si rivedono. Bene, chissà quando parlerò di nuovo di ristoranti con Lupo, chissà quando discuterò ancora di MotoGP con Pecci (ueee zembolo), chissà quando tornerò in infermeria a fare casino con Flower Muliga Sam Bus Antonioli e il Dottore.

Il Cesena non morirà, per motivi talmente evidenti che è inutile elencarli.

Non so chi si prenderà cura della squadra ora, ma vi scrivo perché vorrei che arrivasse un messaggio a chi avrà l’onore e la responsabilità di riportarla nel suo habitat naturale, i palcoscenici importanti. La forza e i risultati di questa squadra sono legati indissolubilmente a queste persone, sono il plus valore del Cesena, sono un’eccellenza del calcio.

Dopo due anni vissuti qui ho capito che sono loro il valore aggiunto di questa società, quello che ha permesso che si creasse un ambiente ideale dove lavorare e fare calcio, che ha reso piacevole andare quotidianamente al campo anche nei momenti difficili (e ce ne sono stati).

Non voglio dimenticare tutte le persone della sede e dello stadio, il nostro addetto stampa e di seguito tutti gli altri.

Sono sicuro di interpretare il pensiero dei miei compagni di squadra e dei colleghi che mi hanno preceduto se dico che gran parte del merito di tutto ciò è di chi ha lavorato dietro le quinte.

L’invito che faccio a chi verrà è quindi quello di consentire a queste persone di continuare a lavorare per il Cesena.

Non solo come gesto di sensibilità, ma nell’interesse della squadra e degli obiettivi futuri».