Cesenatico arancione scuro: in 300 protestano contro la chiusura delle scuole

Circa 300 genitori hanno manifestato nell’area affacciata sull’asta di Levante del porto canale: gli organizzatori hanno invitato tutti a indossare le mascherine e a tenere il distanziamento

Zona arancione scuro Romagna: la protesta a Cesenatico

Zona arancione scuro Romagna: la protesta a Cesenatico

Cesenatico, 1 marzo 2021 - Circa 300 persone oggi hanno partecipato alla manifestazione organizzata in piazza Ciceruacchio a Cesenatico, per dire 'no' alla zona arancione scuro e alla chiusura delle scuole. Al tramonto i manifestanti hanno occupato buona parte dell’area affacciata sull’asta di Levante del porto canale.

È stata una iniziativa pacifica, in cui gli organizzatori hanno invitato tutti a indossare le mascherine e rispettare il distanziamento. Sono stati esposti dei cartelli e dei cartelli con le scritte 'La scuola a scuola' , 'Riaprite le scuole', 'La scuola è un diritto', che saranno poi appesi nelle cancellate delle scuole. Gli organizzatori sostengono che i protocolli di sicurezza attuati sono stati rispettati con grande impegno dai bambini e da tutto il personale scolastico e hanno dimostrato - in questi mesi - di essere efficaci nella prevenzione ed efficienti per contenere eventuali contagi.

In questi giorni stride la volontà di queste madri e di questi padri, di chiedere le lezioni in presenza, visto che i contagi da Covid sono in aumento, le nuove varianti di questo terribile virus sono più virulente e gli esperti chiedono restrizioni per correre ai ripari; dagli ospedali le notizie non sono più confortanti, visto che anche il numero di ricoverati si è impennato e i posti letto scarseggiano.

Siamo in piena emergenza, tuttavia chi manifesta sostiene il diritto allo studio dei figli e il diritto al lavoro: "Siamo consapevoli della situazione epidemiologica e della necessità di proteggere le persone anziane, che rappresentano la categoria più fragile e a rischio, tuttavia noi rivendichiamo il diritto dei bambini alla scuola che per loro è socialità e vita, e i diritti delle mamme che si sentono sempre più colpite come donne nel diritto al lavoro. Per questo diciamo il nostro no alla didattica a distanza".