Cittadinanza onoraria all’artista Ilario Fioravanti

Sarà conferita domani in Comune a Mercato Saraceno per il centenario della nascita e a dieci anni dalla scomparsa dello scultore cesenate

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Mercato Saraceno, nella seduta del consiglio comunale di domani conferirà la cittadinanza onoraria ad Ilario Fioravanti (1922 – 2012) nel centenario della nascita e a 10 anni dalla sua scomparsa. Architetto, scultore, pittore, ceramista e medaglista, Ilario Fioravanti ha sempre vissuto per l’arte, nel senso che pur esercitando la professione, non si è mai allontanato dalla necessità di testimoniare le sue emozioni anche attraverso le figure che disegnava e che magistralmente poi trasformava in impronte d’arte scultorea.

Negli anni ‘60 - ‘70 la prestigiosa produzione dello scultore cesenate si avviava lungo itinerari d’arte luminosi con le numerosissime opere esposte in mostre collettive e singole, allestite ovunque in Italia e nella città di Cesena. Qui il portale del Duomo, resta uno dei suoi punti di riferimento artistico; poi i due bronzi per l’ingresso principale del cimitero urbano, il monastero delle monache benedettine, gli edifici pubblici, come la scuola materna di Gualdo, la scuola media e l’ospedale di Mercato Saraceno. Non passava giorno senza che disegnasse qualcosa, senza mettere su carta i suoi sogni, i suoi pensieri, oppure plasmando l’argilla, pratica che aveva ereditato dalla madre.

Negli ultimi anni la sua casa-studio a Sorrivoli, ribattezzata ’Casa dell’Upupa’, era diventata, un importante luogo di ritrovi culturali, affiancato dalla moglie Adele, preziosa collaboratrice del grande artista. Le sue opere e i progetti sono stati catalogati, per volere della Soprintendenza, quand’era ancora in vita a testimonianza del grande valore artistico che ha espresso e che rimarrà per sempre. Fioravanti disse di sé che nato architetto, dopo avere svolto per anni la professione scendendo a compromessi, decise di esprimersi con le sculture. Perché per Ilario, l’architettura era capire l’ambiente, far uscire dall’ambiente l’essenza della sua stessa natura. Questo significa essere architetto: amplificare la suggestione ed anche a memoria di un luogo.

Edoardo Turci