LUCA RAVAGLIA
Cronaca

Comitato, sos al sindaco: "Metanodotto, che rischi"

Il tronco dell’opera da Ravenna a Mercato passerà per Diegaro e Settecrociari. I cittadini: "Danni per i terreni e c’è il rischio sismico, il Comune ci tuteli" .

Comitato, sos al sindaco: "Metanodotto, che rischi"
Comitato, sos al sindaco: "Metanodotto, che rischi"

Il comitato ‘NoTuboRomagna’ ha scritto al sindaco Enzo Lattuca per chiedere un intervento dell’amministrazione comunale sul tema dell’annunciata realizzazione di un metanodotto la cui rete nazionale è destinata a toccare anche il territorio cesenate. Della questione si era discusso nei giorni scorsi anche in consiglio comunale, con Cesena Siamo Noi che a riguardo aveva presentato un’interpellanza. Il comitato chiede aiuto citando appunto la realizzazione del tronco di metanodotto ‘Sestino-Minebrio’ che toccherà il nostro territorio provenendo da Ravenna e dirigendosi poi verso Mercato Saraceno passando da Diegaro e Settecrociari.

"Oltre al danno della servitù che verrà a crearsi - si legge nel documento - , ci sarà anche il passaggio di automezzi con la creazione di strade d’accesso e aree di cantieristica per deposito e lavorazione con automezzi. L’amministrazione è a conoscenza di quanta terra verrà stravolta? Il tracciato del metanodotto risale ad un progetto di Snam del 2004 che ha ottenuto una positiva valutazione il 9 dicembre 2008. Il decreto legislativo numero 4 del 2008, entrato in vigore il 13 febbraio 2008, quindi in data antecedente la concessione a Snam, stabilisce che la durata di ogni valutazione di impatto ambientale sia vincolata ad un limite temporale di cinque anni. Il territorio e l’antropizzazione cambiano e questa zona ne è un esempio chiarissimo: alluvioni e frane (in Romagna ne sono state censite 40mila) hanno cambiato la faccia dell’area".

Il comitato teme per la salute dell’ambiente e per i rischi delle persone e delle loro abitazioni. Vengono citati i terreni sui quali svolge le sue attività Anffas, le aree agricole che verrebbero danneggiate e le tutele paesaggistiche per esempio riconosciute alla zona di Monticino. In particolare poi il comitato insiste sul rischio sismico e sul trasporto di idrogeno nelle condutture.

"Gli scavi verranno effettuati in territori catalogati a rischio sismico 2 in una scala che va da 1 a 4 e dove 1 rappresenta il rischio massimo. Il comitato No Tubo Romagna, che sta raccogliendo persone da tutto il territorio non si oppone per principio ad opere che vengano dichiarate di pubblica utilità. In questo caso però sarebbe necessario ragionare sul significato del termine: se la pubblica utilità non si traduce in un vantaggio per i cittadini ma semplicemente li espone a rischi per il fine di costruzione di un metanodotto che non ha punti di distribuzione in Italia ma attraversa il territorio per portare metano dal sud del paese al Nord Europa, qualcosa non torna. Noi, uomini e donne del comitato No Tubo Romagna ci aspettiamo di vedere il Comune, come hanno fatto altri Comuni italiani in questa storia del metanodotto in questione, a fianco dei propri cittadini".