Comune Cesena, "Insoluti? Solo 38 milioni"

La giunta ridimensiona l’allarme sui crediti non riscossi

Una multa

Una multa

Cesena, 19 marzo 2019 - I cesenati hanno il braccino corto quando si tratta di pagare le contravvenzioni al codice della strada, ma d’altra parte neppure il Comune è così solerte nell’incassare. Tanto è vero che la gran parte dei 38 milioni di euro di crediti insoluti ammessi dall’amministrazione comunale riguardano proprio somme relative alle multe per infrazioni stradali.

In particolare alle casse municipali mancano 12,1 milioni di euro per contravvenzioni al codice della strada elevate negli anni precedenti al 2015. 10,1 milioni per gli anni successivi; 16,1 milioni di euro comprendenti, oltre alle contravvenzioni del 2018 non ancora messe a ruolo (come invece le precedenti), anche entrate per Tari, Imu, Ici, canoni, rette scolastiche, altre sanzioni amministrative effettivamente non ancora pagate dai cesenati. Una somma comunque enorme, anche se non corrispondente ai 45,8 milioni di euro di insoluti denunciati dai consiglieri del Movimento 5 Stelle, Claudio Capponcini e Natascia Guiduzzi. La differenza di sette milioni e mezzo tra i due conteggi? Secondo l’amministrazione comunale, banalmente, i grillini avrebbero sommato due volte le somme già iscritte a ruolo e generato ‘fake news’.

Per il Comune non c’è comunque nessun ‘buco’ nelle finanze comunali. Per i 12 milioni di insoluti fino al 2014 (buona parte relativi a multe nel tunnel della Secante) secondo i principi vigenti sono stati iscritti a bilancio solo i reali incassi, il resto non ‘pesa’, almeno in via contabile. Per i 10, 1 milioni dal 2015 e per le cifre del 2018, iscritti a bilancio interamente secondo le nuove norme, la copertura è garantita dall’accantonamento al Fondo crediti di dubbia esigibilità.

L’amministrazione comunale non si sente affatto in difetto per l’ammontare degli insoluti. La procedura è lineare: prima un sollecito bonario, poi l’iscrizione nei termini di legge a ruolo, con la riscossione affidata agli agenti autorizzati. E la percentuale di riscossione per sanzioni al codice della strada a Cesena è tutto sommato rassicurante: tra il 60% e il 65% delle sanzioni prima dell’iscrizione a ruolo, contro il 40,5% di Milano, il 25% di Roma e il 20% di Napoli. Per quelle iscritte a ruolo la percentuale media di incasso negli anni 2012-2017 è del 18%.

Per quanto riguarda le cifre non incassate, il ‘buco’ nel bilancio viene coperto dai 21 milioni degli accontonamenti nel Fondo crediti di dubbia esigibilità (per inciso si tratta sempre di soldi dei cesenati che vanno a turare la falla aperta da chi non paga...). La sintesi della somma di valutazioni dell’amministrazione comunale è lapidaria: «Il Movimento 5 Stelle ha preso una cantonata». Dunque gli insoluti non sono in totale 45,8 milioni ma ‘solo’ 38,391 milioni. Per la giunta i grillini dimenticano poi che «una parte di queste somme verrà effettivamente incassata grazie all’intervento dell’Agenzia delle Entrate». Considerando la copertura fornita dagli accantonamenti,

«il Comune di Cesena non si trova in presenza di alcun buco di bilancio, ma anzi il Settore diretto dal dott. Stefano Severi ha anche in questi anni proseguito con una politica di rigorosa attenzione al rispetto delle norme e del buonsenso». E in coda la giunta bacchetta anche il candidato sindaco Andrea Rossi che ha seguito i cinquestelle nella critica al Comune.