Comune Cesena, un ‘buco’ da 46 milioni

Ingente somma di insoluti tra tasse e multe non pagate

Comune, un ‘tesoro’ di tasse e multe non riscosse

Comune, un ‘tesoro’ di tasse e multe non riscosse

Cesena, 17 marzo 2019 - Una voragine nel bilancio comunale che ha continuato ad allargarsi per anni. Quasi 46 milioni di euro di insoluti. Sono i crediti che vanta l’amministrazione verso i cittadini e mai riscossi.

I consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle Claudio Capponcini e Natascia Guiduzzi si si sono incaponiti a voler fare chiarezza sulle cifre e alle fine, dopo una serie di botte e risposte col Comune, hanno ottenuto un quadro completo. Tirate le somme, si parla di 45,8 milioni di euro i soldi non riscossi dal 2008 ad oggi che gravano sul bilancio del Comune, la gran parte accertati nel triennio 2016-2018. E’ quasi la metà del bilancio comunale che ammonta a cento milioni di euro. Il doppio di quanto riscosso dall’Imu. Scorrendo le notizie relative ai comuni italiani, il carico degli insoluti non è affatto una novità: basti pensare a Bologna che si porta dietro il peso di dieci milioni di euro non riscossi dalla tassa sui rifiuti. Ma un ‘buco’ di 46 milioni ha dimensioni decisamente consistenti per una città come Cesena.

Nella cifra ovviamente c’è di tutto: Ici-Imu, Tari, tassa sull’occupazione di suolo pubblico, tassa di soggiorno, rette scolastiche, contravvenzioni al codice della strada, sanzioni amministrative, recupero crediti edilizia privata, canoni di locazione; tutte non pagate dai nostri concittadini. I grillini hanno passato al setaccio i dati che si riferiscono agli insoluti veri e propri, cioè pagamenti non effettuati e non ancora passati a riscossione coattiva perchè il Comune aspetta tre anni prima di effettuare il recupero forzato: totale emesse 23,8 milioni, incassati 4 milioni, ancora da incassare 19,8 milioni. Gli importi che vanno a riscossione forzata sono in totale 33,5 milioni, incassati 7,5 milioni, residuo ad oggi 26 milioni. Quindi insoluti per 19,8 milioni e coattiva per 26 fanno un totale di 45,8 milioni.

«Se da una parte – commentano i consiglieri del M5S – è condivisibile la politica applicata dal vice sindaco sul ‘ravvedimento operoso’ e i ‘recuperi dolci’ (un cittadino può non aver pagato semplicemente perchè se ne è dimenticato ed applicare ulteriori sanzioni può portare a vedere quel credito mai più pagato) che fanno slittare i tempi di pagamento, dall’altra parte sorge il dubbio che a Palazzo Albornoz siano un po’ prudenti e un po’ dormienti. Senza voler pensare che si chiuda un occhio su qualcuno o qualcosa. Attualmente nessuna indagine è stata fatta su questi insoluti: non si sa perchè questi cittadini non paghino, né le motivazioni, né in quale situazione economica si trovino».

«Percché – proseguono Capponcinie Guiduzzi – continuare ad emettere contravvenzioni con Icarus (per fare un esempio) se poi in tanti non pagano? Perchè mantenere la tassa di soggiorno se poi questa non viene riscossa? Perchè continuare ad applicare l’occupazione di suolo pubblico se poi questa viene pagata solo da qualcuno? Se esistono milioni di insoluti sulla Tari non sarebbe il caso di fermare l’aumento ingiustificato dei costi che Hera presenta ogni anno per la raccolta dei rifiuti? Sono solo esempi per sottolineare come queste tasse, emesse sostenendo un costo a carico della collettività, aumentino il debito totale a carico di tutti senza alcuna certezza che vengano riscosse ma con la sicurezza che saranno sempre di più quelli che non pagherano o che non potranno pagare».

I grillini rilevano infine che la giunta ha sempre respinto le loro proposte di modificare il regolamento di contabilità per introdurre più attenzione agli insoluti, accampando obiezioni per via dell’aumento dei costi: «Hanno fatto spallucce per 20 milioni di insoluti, poi abbiamo scoperto che sono più del doppio».