"Con la nostra musica la pista è sempre piena"

E’ partito da Savignano il nuovo tour dei Caiman, storico gruppo di musicisti latinoamericani: "Ma ci sentiamo romagnoli"

"Con la nostra musica la pista è sempre piena"

"Con la nostra musica la pista è sempre piena"

di Ermanno Pasolini

E’ partito da Borgo San Rocco a Savignano sul Rubicone in occasione della secolare Festa di Santa Croce, il nuovo tour dei Caiman che quest’anno festeggiano i 32 anni di musica latino americana in Italia.

Un tour il loro che non si è mai fermato da quando nel 1988 giunsero in Italia e nel 1991 formarono il gruppo argentino più conosciuto a livello nazionale.

Il gruppo musicale è stato fondato da Daniel Bruhn (chitarra e voce) e Ives Corneli (tastiere e voce) e con loro oggi fanno parte del gruppo, Ivan Bruhn (voce) e José Pepe Orta (congas, pianoforte e voce).

Tutti i musicisti che fanno parte dei Caiman vivono fra Budrio di Longiano e Bellaria.

Il "capo" è Daniel, anche se, come dice lui, in realtà chi comanda è Ives.

Il vostro ultimo disco?

"Si intitola "Y si te vas" (Se te ne vai), contiene 15 brani con 8 inediti e naturalmente 7 cover - dice Daniel Bruhn – E’ stato arrangiato da Josè Pepe Orta e interpretato da tutti noi con la partecipazione di tre grandi artisti internazionali. Si tratta del portoricano Nino Segarra, Marlon Araujo, venezuelano che abita in Spagna, ex cantante dell’orchestra Adolecentes e il rapper domenicano Black King".

Il genere del disco?

"L’album è composto da pezzi di genere latino e ballabili perchè la gente quando ci segue nelle tante serate viene principalmente per ascoltarci e ballare. Con la nostra musica la pista da ballo è sempre piena".

Quanti dischi avete inciso fino a oggi?

"Y si te vas è il diciassettesimo fra lp, cd e singoli. Tutti di musica latino americana con qualche tocco di Argentina perché noi ormai siamo italiani, ma nel cuore rimane la nostra Patria, quella di Maradona, "La Mano de Dios" che rimane sempre il nostro brano più rappresentativo-. E poi da un po’ di anni abbiamo anche Papa Francesco".

Come vi spiegate questo successo che dura da 32 anni?

"E’ inspiegabile. Abbiamo iniziato piano piano e con la massima umiltà e il massimo impegno siamo riusciti ad accontentare un po’ tutti, dal giovane salsero al nonno curioso. Oggi ci stiamo avvicinando sempre più a diversi altri generi sempre latini con la speranza di continuare a essere un po’ rappresentativi per tutti".

Il genere più in voga?

"Salsa e poi bachata, merengue, cumbia e reggaeton".

Perché la gente continua ad amare e a ballare ancora questa musica?

"Nello spirito ballerino gli italiani hanno dato ancora una volta un posticino nei loro cuori a queste nostre musiche".

Il ballo latino americano di coppia più richiesto?

"Sempre salsa e bachata perché si balla proprio in coppia e con questo ritmo l’italiano, che è un grande ballerino, ha la possibilità di esprimersi al meglio". Come si prospetta il tour 2023?

"Dopo la grande crisi della pandemia e non solo, l’estate si presenta assai positiva con serate in giro per l’Italia".

Tornerebbe in Argentina?

"Il mio cuore è molto argentino, ma io amo la Romagna, la mia famiglia, i miei figli e nipoti e tanti amici che sono tutti qui. Poi mi piacciono da matti le tagliatelle al ragù, piadina, squacquerone e rucola. Il tutto condito con un buon sangiovese. Ringrazieremo sempre la Romagna, questa benedetta regione che ci ha dato la nostra vita musicale".