Coronavirus Cesena, matrimonio tra Sara e Manuele

Cerimonia in municipio con mascherina e nessun invitato: "Gli abiti e le fedi sono rimasti bloccati in negozio"

Manuele Bagnolini e Sara Martini sul balcone di Palazzo Albornoz

Manuele Bagnolini e Sara Martini sul balcone di Palazzo Albornoz

Cesena, 6 aprile 2020 - Molto coraggiosi o molto innamorati? Qualunque sia la motivazione, al tempo del Coronavirus ci si sposa comunque. Dal 24 febbraio, quando sono iniziate le restrizioni imposte dal Governo, in Municipio a Cesena sono state celebrate sei cerimonie civili, mentre tre sono state rinviate su richiesta dei nubendi. Un fatidico ‘sì’ ben lontano da come lo avevano immaginato, senza il tradizionale abito bianco e lo scambio degli anelli, ma questo non ha fatto retrocedere dalle loro intenzioni Sara Martini, 30enne originaria di San Giovanni in Persiceto, e Manuele Bagnolini, 39enne cesenate, che ieri mattina nella Sala degli Specchi di Palazzo Albornoz si sono giurati amore eterno, il tutto suggellato da un bacio con la mascherina. I due sposi ni - lei si occupa di ricerca e selezione di personale in un’agenzia per il lavoro, mentre lui è programmatore informatico - convivevano già da un paio di anni. Sara Martini, cosa vi ha spinto a non rimandare le nozze? "Per testardaggine, ci avevo messo un po’ a convincere Manuele a sposarsi. L’emergenza e le sue limitazioni ci hanno ovviamente un po’ spiazzato. Poi abbiamo pensato che sarebbe stato più complicato incastrare una nuova data con le disponibilità del Comune, così ci è sembrato più logico, anche in termini di risparmio, celebrare la cerimonia civile e rimandare solo la festa con amici e parenti. La faremo il 9 agosto in una villa sulle colline cesenati e in quell’occasione terremo in giardino una cerimonia simbolica". Anche la luna di miele è rimandata alla prossima estate? "Quella è propria saltata: avevamo infatti acquistato un pacchetto per un viaggio in Giappone legato al raggiungimento di un certo numero di passeggeri sull’aereo. Ma la caparra che avevamo versato è salva, così quando riaprirà l’agenzia di viaggi vedremo cosa fare". Una cerimonia tutt’altro che classica la vostra. "E’ stato tutto estremamente veloce, eravamo solo noi e i testimoni, oltre al celebrante. Non c’erano i nostri genitori, impossibilitati a venire vista la situazione. Abbiamo indossato anche mascherine e guanti e non avevamo né abiti né fedi, rimasti bloccati in negozio, non c’erano neppure gli addobbi floreali nella sala. All’inizio della cerimonia il personale del Comune, che è stato molto disponibile, ha fatto partire la registrazione della marcia nuziale così che almeno non sembrava stessimo rogitando ma che ci stavamo sposando". E dopo la cerimonia in municipio? Abbiamo scattato qualche foto anche in piazza del Popolo, niente brindisi con i testimoni e siamo tornati subito in clausura a casa". E lì come avete festeggiato? "Il pranzo di nozze lo abbiamo fatto con le lasagne preparate dalla mamma". Come avete reagito alla consapevolezza che la celebrazione del vostro matrimonio era a rischio? "Abbiamo avuto due settimane in cui abbiamo digerito la notizia che non sarebbero state le nozze che avevano sognato. Ci siamo arresi ma con il compromesso che avremmo posticipato più avanti la festa. A metà marzo abbiamo chiamato fotografo, catering, parenti e amici per informarli. Il lato positivo è che avremo due anniversari da festeggiare". A officiare l’insolito rito ieri mattina nella sede mucipale cesenate è toccato a Enrico Rossi, 31enne consigliere comunale del Pd. "Ho celebrato – racconta – una quarantina di matrimoni e ogni volta è sempre emozionante, al di là delle circostanze. Nel periodo difficile che stiamo vivendo questo rito che appartiene alla normale quotidianità vuol dare speranza per il futuro."