Corse dei bus sospese per Covid "I disagi non ricadano sui pendolari"

Europa Verde denuncia gli effetti delle carenze di organico per le quarantene dei dipendenti Start "Annullamenti indicati solo sul sito internet dell’azienda, ma non tutti gli utenti possono consultarlo"

Migration

di Annamaria Senni

Eppure il Super green pass ce l’ha, l’abbonamento non gli manca, la mascherina Ffp2 obbligatoria per salire su autobus e treni l’ha ben indossata. Ma non basta. Per un pendolare che ogni giorno deve recarsi al lavoro a Cesena coi mezzi pubblici, continua ad esserci qualcosa che si mette di traverso: la carenza dei mezzi di trasporto a causa di contagi o quarantene del personale. A denunciare una situazione che in questo periodo non trova rimedio e crea disagi agli utenti è Europa Verde che porta come testimonianza la disavventura quotidiana che si ripresenta ogni mattina per un lavoratore.

"La carenza di organico per malattia è un elemento che ogni azienda è costretta ad affrontare - dice Cristina Mengozzi co-portavoce di Europa Verde Forlì-Cesena - ma ha il dovere di trovare delle soluzioni. Soluzioni non ci sono state per il ‘prode’ pendolare che ogni giorno deve recarsi da Forlì a Cesena usando i mezzi pubblici, e che tre mattine fa è riuscito ad arrivare a Cesena, ma in ritardo perché il bus urbano non è passato causa Covid e così trafelato è arrivato alla stazione e ha preso al volo l’ultimo treno utile.". Nel sito di Start Romagna, l’azienda informa chiaramente che non è in grado di garantire tutte le corse programmate, e invita l’utenza a consultare la pagina con ‘le corse non garantite per emergenza sanitaria’, giorno per giorno.

"È una caccia al tesoro trovare le corse soppresse nel sito – sostiene Cristina Mengozzi - non solo persone al passo con la tecnologia usano i mezzi pubblici, ma anche anziani e disabili. Per limitare i danni del disservizio proponiamo che Start Romagna mandi messaggi agli abbonati, in più le corse soppresse devono essere indicate su tabelloni e fermate principali". Il disagio riguarda anche gli studenti.

"Anche la figlia dei lavoratore in questione si è trovata impossibilitata a rientrare a casa da scuola, perché tre autobus non sono passati – continua Mengozzi -, il padre non poteva andare a prenderla e ha provato a farle coraggio". Finito poi il turno di lavoro del pomeriggio il dipendente è andato di corsa alla fermata del bus che porta alla stazione ma ha aspettato invano: la corsa è saltata. Come pure la successiva. Si è informato, il bus non passava. "Gli autisti sono in quarantena", gli è stato detto. Allora via di corsa in stazione a piedi. Dopo 12 giorni con autobus ridotti e con treni regionali soppressi, il lavoratore ha deciso che per il mese di febbraio non rinnoverà l’abbonamento e andrà al lavoro in macchina per l’intollerabile disservizio.