Covid bambini, la pediatra: "Pericoloso anche per loro"

Clara Maria Faedi lancia l’allarme sulla bassa percentuale di vaccinati: "Proteggiamoli da ricoveri e complicazioni"

La vaccinazione di un under 11

La vaccinazione di un under 11

Cesena, 29 gennaio 2022 - Scendono in campo i pediatri cesenati schierandosi nettamente a favore della vaccinazione per i bambini dai 5 anni in su e offrendosi di partecipare in prima persona alle sedute vaccinali. Questo mentre ci si prepara al secondo Open Day dedicato ai giovanissimi, che vorranno vaccinarsi senza bisogno di prenotazione, tra i 5 e i 19 anni di età, domani a Cesena alla pediatria in piazza Anna Magnani dalle 9 alle 19, e a Cesenatico alla pediatria dell’ospedale Marconi dalle 9 alle 14.

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Clara Maria Faedi, pediatra di libera scelta e segretaria della Federazione dei Pediatri di Forlì-Cesena, in provincia il 18,55% dei bambini tra i 5 e gli 11 anni ha aderito alla vaccinazione, è un dato che si deve migliorare? "Si deve e si può migliorare. L’ideale sarebbe arrivare al 90% ma siamo ancora molto lontani. La campagna vaccinale per i bambini tra i 5 e gli 11 anni è partita da poco, nel momento di massima esplosione dei contagi, e in tanti hanno dovuto annullare l’appuntamento perché sono sottoposti a quarantena per contatti con positivi".

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Sono aumentati i contagi tra i bambini? "Da quando è comparso il Covid non abbiamo mai avuto un periodo come questo in cui la circolazione del virus ha interessato così tanto la fascia pediatrica tra gli 0 e i 14 anni. Quando chiamano le mamme dicendo che i figli hanno un po’ di febbre o qualche sintomo da raffreddamento e si fa un’indagine con il tampone, 9 volte su dieci viene riscontrata la positività".

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Nelle pediatrie della Romagna da inizio gennaio si stanno ricoverando da uno a due bambini al giorno per infezione da Covid, come si può evitare? "Essendo aumentata l’incidenza di casi è aumentato anche il ricovero dei bambini. L’unica arma che abbiamo per bloccare la circolazione del virus e per fornire un livello più alto di protezione a livello infantile, evitando le complicanze in caso di contagio, è il vaccino. Se si arriverà a vaccinare un numero alto di bambini potremo anche arrivare a modificare tutte le norme di quarantena che in questo momento mettono in ginocchio le famiglie".

Quali sono le diffidenze maggiori dei genitori nei confronti dei vaccini? "Molti credono che possa essere inutile nella fascia pediatrica perché sostengono che la malattia è più leggera. Però anche in questa fascia, purtroppo, ci sono state delle conseguenze della malattia che hanno portato al ricovero in rianimazione. Tanti genitori dicono che il vaccino è nuovo, in realtà si tratta di un vaccino sperimentato, utilizzato in larghissima scala negli Stati Uniti e in Israele. E’ un vaccino ‘morto’, che una volta che entra nell’organismo si degrada e produce solo una proteina che permette di produrre anticorpi e gli effetti collaterali praticamente non ci sono".

Il vaccino è importante anche per recuperare la socialità? "Assolutamente, soprattutto per chi vive condizioni di disagio legate alle restrizioni. Nel caso dei ragazzini, in genere sopra i 12 anni, che sono costretti a rinunciare alle attività fisiche o ricreative se non vaccinati, è fondamentale poter tornare ad una vita di relazioni".