CronacaCovid, insegnante si ammala due volte: "Il virus? Non mi ha lasciata per oltre 2 mesi"

Covid, insegnante si ammala due volte: "Il virus? Non mi ha lasciata per oltre 2 mesi"

La storia di Jessica Fantini, 44 anni di Cesenatico: "Mi sono ammalata due volte da novembre a oggi. Senza il vaccino non sarei qui"

Jessica Fantini, 44 anni, lotta col Covid da due mesi e mezzo

Jessica Fantini, 44 anni, lotta col Covid da due mesi e mezzo

Cesenatico, 23 gennaio 2022 - Tra le persone ammalate di Covid, ci sono anche casi di donne e uomini fortemente penalizzati dal fatto di non riuscire a negativizzarsi e casi di persone che si sono ammalate più volte, nonostante abbiano la copertura vaccinale. Tra queste una donna residente a Cesenatico, Jessica Fantini, 44 anni, insegnante di scuola elementare, che sta soffrendo, ha parecchi disagi e sollecita le istituzioni a sensibilizzare i cittadini sull’importanza dei vaccini.

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Jessica, quando è stata contagiata? "Mi sono ammalata di Covid due volte a distanza di un mese, pur essendo vaccinata. La prima volta il 10 novembre e sono guarita soltanto il 9 dicembre, mentre il secondo contagio l’ho avuto l’8 gennaio e sono stata positiva sino a venerdì scorso, 21 gennaio". Come ha trascorso questi due mesi e mezzo? "È stata dura, è tuttora molto dura e sono stata male". Quali sintomi ha avuto? "Febbre alta, polmonite, difficoltà respiratorie, perdita della voce, perdita del gusto e dell’olfatto, ghiandole e gengive infiammate". § Come è stata curata? "Ho fatto un ciclo di antibiotici e poi di cortisone". Come si è contagiata? "Mio figlio Giacomo il 6 novembre è stato contagiato dal Covid a scuola e subito dopo lo sono stata anch’io; mi sono sentita subito male, ma al primo tampone sono risultata negativa e al secondo positiva". Anche suo figlio non se la è passata bene. "Di salute fortunatamente sta bene, ma in due mesi e mezzo in prima media ha fatto soltanto otto giorni in presenza, è una situazione molto difficile". Lei non ha particolari problemi ed è vaccinata, perché soffre così tanto? "Se lo chiedono tutti, io per prima; ero in salute, ho sempre fatto attività sportiva e non soffro di patologie pregresse". Dal 10 novembre ad oggi è rimasta sempre a casa? "Sì, fino 9 dicembre, e poi dall’8 gennaio sino all’altro giorno, perché i sintomi continuavano ad esserci". Lei si sente dimenticata, perché? "L’Ausl mi ha seguito quando sono stata contagiata a novembre, ma in questa seconda malattia, ho avuto la sensazione di essere dimenticata; soltanto alla fine dell’isolamento e dopo diverse mail e telefonate del mio medico, mi ha inviato il provvedimento, che è arrivato il giorno in cui sarei dovuta uscire dall’isolamento, ma che per i miei sintomi comunque si è dovuto prolungare. Comunque non voglio far polemica contro il sistema sanitario, che sta svolgendo un lavoro molto difficile e molto importante". Lei ha protestato, cosa le hanno risposto? "Mi hanno riferito che la mia è una condizione anomala, non riuscivano ad inserirmi nei sistemi. Tuttavia io ritengo che bisognerebbe far sapere quanto il Coronavirus sia difficile da sconfiggere da parte delle difese immunitarie del nostro corpo, non è affatto un’influenza come qualcuno sostiene e vuole far passare". Da questa sua brutta esperienza cosa salva? "Il vaccino, perché probabilmente senza vaccino io adesso non sarei qui a raccontare la mia storia. Sicuramente ci sono stati altri casi simili al mio e ci sono altre segnalazioni, ma a mio avviso dobbiamo parlarne e le istituzioni devono informare di più sui pericoli di questo virus e le cose da fare". Cosa chiede all’Ausl e alle istituzioni? "Occorre più informazione, devono essere più incisivi sui vaccini, non tutti sanno quanto siano fondamentali". Per lei ora inizia una nuova vita. "Da lunedì inizierò un ciclo di visite specialistiche, a partire dall’otorinolaringoiatra, perché non ho più voce. Mi sento debole, non sono più quella di prima, fatico a stare in piedi, ma voglio reagire e guarire".