Covid Cesena, l'esperto: "Il virus circola più di quel che dicono i dati"

Michele Gaudio, presidente delle ordine dei medici, dubbioso sull’utilità del report quotidiano: "Meglio concentrarsi sui ricoverati"

Estate, si ci libera delle mascherine

Estate, si ci libera delle mascherine

Cesena, 28 ggiugno 2022 - Quante sono realmente le persone attualmente contagiate dal covid? Quanto sommerso naviga sotto le cifre ufficiali (in Romagna oltre 6 mila casi in una settimana, secondo l’Asl) fornite dalle strutture sanitarie che quotidianamente certificano i positivi da tampone? Risposta impossibile. Oggi più di ieri. Sappiamo solo che il virus corre a rotta di collo, e figuriamoci se i tamponi fai da te fossero tutti alla luce del sole. E’ opinione comune che l’autogestione abbia creato un buon numero di clandestini che rifuggono dall’isolamento, che vanno ad aggiungersi a quelli che il covid ce l’hanno ma non lo sanno poiché è silente e quelli che una linea di febbre preferiscono attribuirla ad un "frescone". Tutti veicoli su cui Omicron 5 viaggia comodo e rapido, anche su chi ha fatto tre iniziazioni e ha già dato un passaggio al covid.

Michele Gaudio
Michele Gaudio

"Ora che siamo liberi dalle restrizioni ha senso certificare giorno per giorno l’incidenza del virus?" Si chiede il dottor Michele Gaudio, presidente dell’ordine dei medici di Forlì-Cesena: "Sarebbe più opportuno concentrarsi sul numero dei ricoverati". "Siamo tutti convinti - aggiunge Gaudio - che ci sia un gran numero di persone asintomatiche ma probabilmente positive a causa di un contatto, ma i contatti non vengono più tracciati e l’indice di positività Rt lascia immaginare una circolazione del virus decisamente più importante di quella che testimoniano i dati ufficiali. Gli stessi medici di medicina generale sono di nuovo alle prese con un aumento dei casi, ufficiali e accertati, che devono seguire con una sorveglianza attiva come da protocollo".

Ma perché un asintomatico, ora che non c’è più il tracciamento dei contatti, deve fare il tampone o andare dal medico? "Ora è così che funziona con in più l’aggravante della mancanza di protezioni. Ma non c’è paragone con gli effetti delle prime ondate e c’è qualche ragione nell’aver declassato la malattia ad un virus influenzale. Occorrerebbe essere più chiari, però: si parla di migliaia di casi ma poi non si dice al cittadino cosa deve fare".

Suona un’altra campana la dottoressa Raffaella Angelini, responsabile della Sanità Pubblica per l’Asl. "Il conteggio dei dati forse non va divulgato quotidianamente ma va effettuato - dice Angelini - è il metro che ci consente di allestire per tempo le risposte dei reparti e delle terapie intensive. Se non effettuassimo questo conteggio dovremmo solo stare a vedere cosa succede. Ci renderemmo conto della gravità della situazione solo quando l’ospedale si fosse riempito. L’aumento a cui stiamo assistendo oggi si tradurrà in un aumento dei ricoveri nei prossimi 10/15 giorni. I dati, poi, servono anche per sollecitare i cittadini ad alzare l’attenzione".

"Ma chi lo dice che i dati sommersi sono il doppio o il triplo i quelli certificati? - interloquisce la dottoressa Angelini - . C’è una differenza tra territori. In Romagna abbiamo livelli molto elevati di positivi ma poi, in merito ai numeri dei ricoverati, le cifre si allineano. Non credo, dunque, che ci sia una profonda differenza tra certificati e sommersi. Qui da noi la gente ha ancora l’attitudine, più che altrove, al tampone e alla segnalazione del contagio".