Covid, contagiati alle Seychelles: "Non riusciamo a tornare a Cesena"

Il rientro della coppia stoppato dall’esito di un controllo "Qui fino al 18, ma l’assicurazione copre solo il 50% della spesa in più"

Sandro Sintuzzi e Donka Todorova Taneva, bloccati alle Seychelles

Sandro Sintuzzi e Donka Todorova Taneva, bloccati alle Seychelles

Cesena, 15 gennaio 2022 - "Basta, mollo tutto e parto per le Seychelles". In questi ultimi anni forse meno, ma a molti sarà capitato almeno una volta, per quanto irrealistico, anche solo sottovoce, di dire: adesso parto, prendo un aereo e mi auto-spedisco dall’altra parte del mondo per fare la vacanza che merito. Un’attitudine al viaggio che, ahinoi, negli ultimi tempi è andata un po’ scemando, complici gli imprevisiti legati alla pandemia. A quel punto rimanere bloccati, fuori programma, non è più così piacevole. Anche se sei alle Seychelles.

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La coppia cesenate Sandro Sintuzzi, 35 anni, e Donka Todorova Taneva, 38, si trova esattamente in questa situzione. Praticamente con le valigie in mano, un tampone positivo gli ha sbarrato la strada del ritorno in Italia: una possibilità di ripartenza, se l’esito del test sarà negativo ovviamente, si riavrà solo il prossimo 18 gennaio.

"Siamo al Paradise Sun Resort, sull isola di Praslin – spiegano –. Il viaggio è stato organizzato autonomamente, previa ovviamente prenotazione in strutture autorizzate Covid, tampone molecolare 48 ore prima della partenza e stipula di assicurazione totale". Tutto bene quindi, almeno fino alla mattina dell’11 gennaio. "Eravamo in spiaggia – raccontano – e in quel momento abbiamo ricevuto l’esito positivo del tampone molecolare, che avevamo fatto in vista del rientro. Da programma, saremmo dovuti rientrare il 12 gennaio, con volo in partenza l’11 sera".

È lì che è iniziato il trambusto, una riorganizzazione dai toni un po’ grotteschi, a ben pensarci. Una settimana in più alle Seychelles: ci si metterebbe la firma, sapendo che comunque bisogna rimanere isolati in quattro mura? "Siamo in quarantena sempre al Paradise Sun Resort – spiega la coppia – nella medesima camera dove alloggiamo, ovviamente senza poter uscire. Lunedì 17 abbiamo un altro tampone molecolare, se siamo negativi il 18 ripartiamo".

Dal punto di vista organizzativo, almeno, hanno contattato l’Ambasciata italiana "che molto gentilmente ci ha dato delucidazioni su quanto necessario al nostro rimpatrio".

Un altro paio di maniche è la questione lavoro e, ancora prima, le spese da affrontare per rimanere lì un’altra settimana. "La mia compagna ha un salone da parrucchiera in via Comandini – riferisce Sintuzzi –. Lei gestisce autonomamente l’attività ed é in serie difficoltà organizzative, visto che non ha dipendenti ma solo collaboratrici occasionali. Io sono direttore tecnico di cantiere in un impresa edile riminese, essendo dipendente me la cavo meglio".

"In questa struttura – aggiunge – la permanenza è molto cara e l’assicurazione coprirà solo il 50% della spesa di soggiorno, rimborsandoci il dovuto tra 2 o 3 mesi. Quindi se la cosa si dovesse prolungare, rischiamo di avere serie difficoltà con il budget della carta di credito".

Ciò detto e imprevisti a parte, di certo l’importante è la salute. "Stiamo entrambi bene – riferiscono – probabilmente grazie alla terza dose fatta il 26 dicembre scorso. Abbiamo Wi-Fi sufficiente per inviare messaggi ed e-mail e rimanere in contatto con i nostri cari".

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