Crac Sapro, oltre alle condanne in ballo anche tanti soldi

Complessivamente il curatore fallimentare chiede 67 milioni di euro

Una pattuglia della Guardia di finanza davanti a un’area di proprietà della Sapro

Una pattuglia della Guardia di finanza davanti a un’area di proprietà della Sapro

Cesena, 24 aprile 2018 - La condanna di tutti i 22 imputati del processo per la bancarotta della finanziaria pubblica Sapro è stata chiesta dal pubblico ministero Filippo Santangelo ieri pomeriggio, quando ha tirato le conclusioni della requisitoria il cui troncone principale era stato svolto il 9 aprile. Oggi inizieranno le arringhe degli avvocati difensori: il presidente del collegio giudicante Giovanni Trerè, affiancato dai giudici Giorgio Di Giorgio e Antonella Zatini, vuole andare avanti a tappe forzate per riuscire a chiudere il processo (iniziato due anni e mezzo fa) prima della prescrizione dei reati, ma la fretta si scontra con le esigenze dei quasi 40 avvocati difensori.

Il dettaglio: per Bruno Lama, direttore generale di Sapro fino al dicembre 2008, quando venne licenziato (ma ha vinto la causa di lavoro per oltre 200mila euro) il pubblico ministero ha chiesto 6 anni di reclusione; per Vittorio Croci, imprenditore ed ex presidente di Sapro, 4 anni e 6 mesi; per Luigi Barilari, ex vicepresidente, 3 anni e 6 mesi; per il cesenate Giuseppe Corzani, ex direttore Confartigianato Forlì, 3 anni e 10 mesi; per Gabriele Borghetti, ex consigliere provinciale del Pd e consigliere di Sapro, 3 anni e 4 mesi; per Nazario Venzi, ex consigliere d’amministrazione, 3 anni e 4 mesi; per Romeo Zanzani 3 anni e 2 mesi; per Elvio Galassi 3 anni e 3 mesi; per Lorenzo Gasperoni, ex assessore cesenate che ora vive in Portogallo, 3 anni e 2 mesi; per Ubaldo Versari 3 anni e 4 mesi; per Daniele Mambelli, ex vice presidente Sapro, 2 anni e 4 mesi; per i cesenati Leonardo Belli e Franco Farabegoli 2 anni e 2 mesi; per Giorgio Contarini 3 anni e 8 mesi; per la commercialista di Forlimpopoli Silvia Romboli 3 anni e 4 mesi; per Valter Rusticali 3 anni e 2 mesi; per Dino Ragazzini 3 anni e 3 mesi; per l’imprenditore forlivese Alessandro Alberani 3 anni e 3 mesi; per Silvano Tomidei, Widmer Spadoni e Giorgio Paradisi, i vertici della Querzoli, 2 anni e 2 mesi; per la commercialista cesenate Ilde Buratti la pena più bassa: 2 anni.

A queste richieste di condanna si aggiungono le richieste di risarcimento danni avanzate dall’avvocato di parte civile Pasqualepaolo Cutolo per conto del curatore fallimentare Italo Bruno Vergallo: circa 14,5 milioni suddivisi tra i vari imputati a seconda delle operazioni immobiliari approvate (in totale quelle contestate sono 21); 582mila euro per i consiglieri che ebbero a che fare con gli incentivi del direttore generale Bruno Lama; 40 milioni in relazione all’accusa di esasperato ricorso al credito in relazione alla fifferenza dell’indebitamento del 2002 (15 milioni) e 2005 (58 milioni). A questi vanno aggiunti 82mila euro di spese legali.