Caso Golinucci, tra veggenti e sensitivi indagini parallele su Cristina

In 23 anni consultati oltre 30 ‘esperti’

Cristina Golinucci in una vecchia foto

Cristina Golinucci in una vecchia foto

Cesena, 12 giugno 2015 - C'è chi l’avrebbe ‘vista’ sepolta sotto un ulivo. Chi in un terreno a fianco di un’antenna e chi nei fondali di un torrente che scorre sotto Cesena. Marisa Degli Angeli, la mamma di Cristina Golinucci, la ragazza scomparsa nel 1992, ha consultato in 23 anni oltre una trentina tra chiaroveggenti e sensitivi alla ricerca di un segnale e ancora non si dà per vinta. Esiste il confine oltre il quale possono esserci solo illusioni. Ma le illusioni hanno il compito, nel cuore di una mamma, di tenere accesa la speranza per arrivare alla verità.

Ecco perché la mamma di Cristina si è spinta oltre la prova tangibile per sapere qualcosa in più. E per farlo Marisa ha fatto un suo viaggio alla ricerca di punti di svolta, sospesi tra colpi di scena e cadute nel vuoto di illusioni svanite. Da 23 anni, oltre alle piste investigative e alla caccia poco a poco sgranata dalla mancanza di risultati, la mamma ha interrogato chiaroveggenti, indovini, studiosi di ciò che cammina a fianco della realtà. «In 23 anni – racconta la donna – io e il mio povero marito abbiamo consultato oltre una trentina di persone».

Ciascuno di loro ha offerto o venduto visioni, spunti e nuove illusioni. Un affresco di supposizioni e luoghi specifici che hanno incanalato la ricerca in un verso oppure in un altro. «Tutti – dice Marisa – hanno parlato di acqua. Mia figlia sarebbe in prossimità di un fiume, o di un canale». E in 23 anni Marisa ha raccolto un diario parallelo. «La prima persona che si fece avanti fu una maga di Forlì che non voleva soldi e ci disse che Cristina era sepolta sotto il campanile dei Cappuccini». Poi arrivò la sensitiva di Cesena, che ‘vide’ la ragazza in un pozzo, a fianco ad un’antenna. E ogni volta mamma Marisa e il marito salivano in auto, sulle tracce di una nuova visione. «La volta che rimasi più male – ricorda – avvenne quando una sensitiva del posto disse che mia figlia non era né in cielo né in terra».

Enigmi, supposizioni, come quando il chiaroveggente disse ai genitori di cercare nel canale vicino a Cervia. Ma nulla. Viaggi a Rimini, Chianciano, Brescia, in Veneto e poi Como, Milano, Firenze. Stazioni della via Crucis di una donna in cerca di sua figlia. Esorcisti che parlano di acqua, radioestesisti che localizzano oggetti ma anche telefonate inquietanti. «Ricevemmo telefonate anonime – rivanga Marisa -. Dissero che Cristina era stata vista a Pesaro. Altri ci informarono che era finita nel giro delle messe nere». Gli specialisti del mistero iniziavano a gravitare sopra il giallo Golinucci mentre il faldone dell’indagine finiva nell’armadio dei casi senza soluzione. E adesso? «L’illusione ha un suo senso – chiude Marisa – perché tiene viva la speranza e in qualche modo non spegne le luci sul caso della mia Cristina. Battemmo anche il torrente che passa da San Martino in Fiume. Fu una faticaccia di ore e non trovammo nemmeno uno spillo. Dicono che sono solo illusioni? Per me sono speranze».