"Cuba e Marocco: due stati, un ritmo comune"

Stasera al Bonci c’è ‘Marocuba’, la pianista Marialy Pacheco e il percussionista Rhani Krija insieme sul palco

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di Filippo Aletti

Cuba e Marocco si uniscono nello spettacolo che due jazzisti di fama internazionale, Marialy Pacheco e Rhani Krija, porteranno in scena al Bonci stasera alle 21. Lo show, dal titolo ‘Marocuba’, unisce due tradizioni musicali in una particolare miscela di jazz e groove dotata di grande tecnica e ritmo. Marialy Pacheco è nota per essere stata la prima donna a vincere il ‘Montreaux jazzfestival award’, mentre Rhani Krija è un percussionista che ha collaborato con artisti come Prince, Sting e Annie Lennox.

Pacheco, cosa unisce Cuba al Marocco?

"Rhani ed io siamo uniti dalla nostra origine africana, che si riflette nel nostro senso del ritmo. La nostra musica è divertente, non è un mix di sonorità scelte a tavolino, è qualcosa di naturale e originale, difficile da spiegare".

Che show farete al Bonci?

"Io suonerò il piano, mentre Rhani si occuperà di tante percussioni diverse, ognuna dotata di grande carattere. Sarà uno spettacolo energico: il piano è rendere il pubblico parte dell’esibizione, così che possa cogliere il legame tra noi musicisti".

Come vi siete incontrati?

"Una decina di anni fa ero in tour in Germania. In quel periodo stavo registrando in studio una serie di nuovi brani e volevo produrre qualcosa assieme ad un percussionista. Il mio manager mi suggerì il nome di Rhani, che all’epoca viveva a Colonia. Da lì è nata la nostra avventura".

Che rapporto avete?

"Sono una persona molto spirituale, perciò credo che in una vita passata forse siamo stati fratelli. La nostra amicizia è qualcosa di unico, mi sembra di conoscerlo da una vita. In più è un percussionista eccezionale, il suo curriculum parla per lui".

Cosa le piace del musica jazz?

"La libertà. Grazie a mio padre ho iniziato sin da piccola a studiare il piano in conservatorio, poi però ho sentito la necessità di creare qualcosa di diverso, qualcosa di mio. Il jazz è lo strumento che mi permette di esprimermi senza limiti".

È stata la prima donna a vincere il ‘Montreaux jazzfestival award’. Come ci si sente?

"È stato bellissimo, un importante riconoscimento per tutti i miei sforzi. È stato un motivo in più per continuare su questa strada, senza compromessi".

Le prossime pubblicazioni?

"Dopo qualche anno di silenzio tornerò con due grandi progetti. Il primo è un disco senza titolo, per ora, in cui mi metto alla prova suonando composizioni classiche assieme ad un’orchestra. Il secondo album è una collaborazione col pianista Omar Sosa intitolato ‘Manos’. Entrambi i due dischi dovrebbero uscire prima dell’estate".