"Dehors, non siamo in piazza San Marco..."

Le associazioni di categoria chiedono all’assessore Ferrini di tagliare le tariffe: "A Cesena costi troppo alti per il suolo pubblico"

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di Luca Ravaglia

Come sarà la Cesena del post pandemia? Riguardo al comparto dei pubblici esercizi i nodi stanno per arrivare al pettine. Lo ha confermato l’assessore allo sviluppo economico Luca Ferrini anticipando la decisione del Comune di rimodulare le condizioni legate alla concessione dell’occupazione del suolo pubblico, che per due anni era eccezionalmente stata resa gratuita per favorire il rilancio delle attività. La scadenza della disposizione attuale è al 30 giugno, ma l’intento di palazzo Albornoz sarebbe quella di prorogarla almeno fino alla fine dell’estate. "La domanda essenziale per la quale serve una risposta – riflette Fabrizio Faggiotto, presidente dell’associazione Centro Anch’Io – riguarda quale tipo di città pensiamo per i prossimi 20-30 anni. Non è questione di rivendicare la gratuità assoluta degli spazi, ma di definire insieme un canone che possa essere gestito dalle attività. Quindi va bene pagare per occupare spazi pubblici, ma non come se le piazze di Cesena fossero quella di San Marco a Venezia. Ma non basta, perché riteniamo essenziale anche pensare a un progetto comune per il cuore della città, magari con fili conduttori uniformi che servano a dare un senso di continuità nel rispetto paesaggistico. Per farlo però è imprescindibile uno studio che non può essere improvvisato: servono tempistiche chiare e non decisioni che piovano dalla sera alla mattina".

Graziano Gozi, direttore della Confesercenti Cesenate e Ravennate, va sul pragmatico: "Credo sia indiscutibile che la valorizzazione dei tavoli all’aperto abbia reso la città più bella e più ospitale, nei confronti dei cesenati, ma anche di chi viene da fuori per trascorrere ore piacevoli in un ambiente di qualità. Detto questo, gli interventi erano stati effettuati con un meccanismo emergenziale e dunque ora è corretto pensare a una riversione del sistema, in particolare in relazione alla reintroduzione dei costi legati all’occupazione di suolo pubblico, se non altro per una quesitone di equità nei confronti di chi non ha la possibilità di allargare i suoi spazi all’esterno. Il momento attuale è strategico, perché ora si traccerà la rotta per il prossimo futuro. Intendiamoci, nulla è immutabile e anzi tra qualche mese sarebbe auspicabile valutare l’impatto sulla misura stabilita per eventualmente ritararla al meglio dopo averne misurato gli impatti concreti, ma la direzione verso la quale andare, si decide ora".

A chiudere il cerchio è Alessandro Malossi, presidente provinciale di Fipe Confcommercio: "Sono stati fatti incontri, ma ora aspettiamo che si arrivi al concreto di una proposta seria e condivisibile. Tra le nostre idee c’è per esempio quella di istituire uno spazio di gratuità di un centinaio di metri quadrati, oltre il quale prevedere canoni che devono essere accessibili. Anche perché siamo sicuri che l’emergenza sia davvero finita? Aspettando di sapere cosa succederà in autunno in termini di Covid, resta il fatto che i la ripresa tanto annunciata non è ancora arrivata e di certo il contesto interazionale e l’esplosione dei costi dell’energia non aiutano a essere ottimisti. Dunque l’amministrazione comunale deve essere attenta a tutto: il tema degli interventi a ribasso sulla Tari è ancora attualissimo, così come la necessità di tutelare gli imprenditori che in fatto di arredo urbano hanno appena sostenuto investimenti e che non possono essere costretti a buttare tutto all’aria".