Domenico Neri morto, Cesena piange il re dei lampioni

Con la sua ditta, il nome di Longiano ha girato il mondo. Aveva 96 anni, il figlio: "Fu il primo a battersi per la cura dei centri storici"

Domenico Neri davanti a una sua opera

Domenico Neri davanti a una sua opera

Cesena, 14 settembre 2020 - È morto ieri mattina nella clinica San Lorenzino di Cesena Domenico Neri, 96 anni, fondatore di quella che è considerata la più grande azienda di produzione di lampioni, con sede a Longiano, sulla via Emilia 1622. Con i suoi lampioni, la Neri da 60 anni illumina molti angoli della Terra, da Mosca, a Dubai, dalla Cina all’India passando per gli Usa. Lascia la moglie Adonella, il figlio Antonio, la nuora Raffaella, i nipoti Isacco e Francesco e quattro pronipoti. Ancora da fissare la data dei funerali. Fondata nel 1962 da Domenico Neri, di cui era presidente, l’azienda conta un centinaio di dipendenti con i principali clienti esteri dagli Stati Uniti, Russia ed Emirati Arabi. Lampioni, fontane e chioschi targati Neri-Longiano sono in tutto il mondo, soprattutto nelle più belle e caratteristiche piazze d’Italia e d’Europa. Dopo aver creato tutto questo, a 72 anni, Neri si era scoperto anche scultore, con opere esposte a Longiano nell’ex convento di San Girolamo, e in vari punti della città. Domenico Neri nasce a Sarsina l’8 febbraio 1924, all’età di due anni rimane orfano della mamma e del papà a 17. La sua infanzia la passa in istituti, ma riesce poi a diplomarsi prima maestro e poi geometra. Fa svariati lavori fra i quali l’impiegato comunale, dipendente in impresa di costruzioni, libero professionista. Dal 1941 al febbraio 1977 abita a Cesena e poi si trasferisce a Longiano dove ha abitato fino alla fine dei suoi giorni. Nel 1949 si sposa e ha un figlio, Antonio. Nel 1962 fonda la prima azienda a Cesena in un seminterrato poco lontano da Porta Santi. Nel 1968 si sposta in viale Marconi e nel 1977 il trasferimento a Longiano. Nel 2009 realizza con il figlio Antonio un nuovo stabilimento e nuovo impianto di verniciatura che rappresenta un altro grande traguardo. Racconta Antonio: "Il grande amore di mio babbo per l’architettura e l’urbanistica sono sempre stati alla base per la realizzazione dei suoi prodotti. Sentiva fortissima la responsabilità di realizzare opere che rimanessero nel tempo, rispettose però dei contesti in cui venivano inserite, e fu tra i primi a battersi per la cura dei centri storici". Negli ultimi anni ha accompagnato l’azienda nella evoluzione dei prodotti incoraggiando il nipote Isacco nella realizzazione di progetti moderni per le città contemporanee.