Donna di 65 anni morta sola e in povertà, il Comune paga il funerale

Le esequie si sono svolte a San Domenico. L’assessora: "Messo un fondo a bilancio"

Si è celebrato ieri pomeriggio, nella parrocchia di San Domenico, un funerale di povertà, ovvero le esequie di una donna, D.L. le sue iniziali, cesenate di 65 anni, morta in solitudine, senza parenti stretti e senza mezzi economici.

Sarà quindi il Comune a sostenere le spese dei servizi funebri di cui è stata incaricata la agenzia ’La Cesenate’ di viale Oberdan. Una notizia che suscita tristezza e anche incredulità, ma segno dei tempi: anche in una città di modeste dimensioni, qual è Cesena, ci sono casi di isolamento sociale, forse di mancati rapporti di vicinato e si muore nell’indifferenza o nella inconsapevolezza generale.

Non conosciamo nei dettagli la storia della defunta, se avesse scelto di vivere in condizioni di emarginazione, o se invece, eventi avversi della vita l’abbiano condotta alla condizione di solitudine e di povertà materiale magari emersa proprio nel momento della sua dipartita. Se fosse o meno una persona nota ai Servizi sociali e da loro seguita. Ma, tant’è che altrettanto inconsapevolmente, sarà la comunità a pagare il costo delle sue onoranze funebri e l’inumazione al cimitero urbano.

"Il Comune - spiega l’assessora ai Servizi per le persone Carmelina Labruzzo - stanzia annualmente una cifra con la quale pagare il funerale alle persone prive di mezzi di sostentamento, secondo il regolamento di Polizia Mortuaria. C’è però da distinguere tra funerale a completo carico del Comune e funerale sociale, per il quale si chiede una compartecipazione alle spese ai parenti del defunto. In ogni caso, un legale è incaricato di un’accurata verifica e dell’accertamento dello stato patrimoniale del morto, se siano reperibili familiari, e se a loro volta siano sufficientemente abbienti o meno". Insomma, burocrazia e soldi sono richiesti per vivere e per morire. Particolari non trascurabili anche prima dell’eterno riposo.

Raffaella Candoli